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Isernia, negata la fiducia a Brasiello: i dissidenti chiedono 24 ore

ISERNIA. Per la seconda volta, gli dicono di no. Testardi, ma compatti, gli negano la fiducia. I dieci dissidenti al Comune di Isernia proseguono la loro azione di ‘rottura’ nei confronti dell’amministrazione Brasiello. Tensione alle stelle, ieri sera, nella riunione tra il sindaco e i 21 consiglieri di maggioranza, culminata con la decisione di non decidere nulla per altre 24 ore su richiesta esplicita dei dissenzienti.

Contrariamente ai segnali di riconciliazione che, appena il giorno prima, avevano fatto capolino, si è andati al muro contro muro. Già dalle prime battute, aria pesante per l’assenza dalla riunione del gruppo consiliare ‘Diritti e libertà’-Udeur (Ida Sassi, Remo Castiello, Angelo Cutone e l’assessore Cosmo Galasso). Una mossa che sarebbe stata interpretata come una mancata assunzione di responsabilità, dai dissidenti. I quali, a dimostrazione di non voler scherzare affatto, avrebbero preteso autocritica da parte del sindaco e della Giunta. E chiesto a gran voce di far ripartire l’amministrazione dal documento del 22 gennaio.

Una condizione giudicata assolutamente irricevibile dal gruppo di fedelissimi del primo cittadino, compreso il presidente del Consiglio Franco Capone, che ha subito messo in chiaro come non fosse minimamente possibile riconoscere legittimità a quanto scritto due settimane fa dai 5 consiglieri della lista civica ‘Isernia di tutti’, dai tre del Pd e dai due del Polo di Centro-Udc. A far surriscaldare gli animi, più che mai, la richiesta proveniente da parte opposta: far rientrare la crisi con la sottoscrizione di un documento di ‘rinnovata fiducia’ al sindaco. Interpretata come una sorta di ‘cambiale in bianco’ dai riottosi, che avrebbero negato la propria disponibilità. Sfiduciando nuovamente Brasiello, di fatto, per la seconda volta in quindici giorni.

Di fronte a tale atteggiamento, giudicato indisponente e irresponsabile, il sindaco avrebbe perso la pazienza e abbandonato la riunione, furioso. Ma le doti di mediazione del presidente Capone sarebbero state fondamentali per convincerlo a fare marcia indietro. Rientrato a Palazzo San Francesco, Brasiello ha chiarito da subito di aver fatto ritorno solo per rispetto dei cittadini e delle istituzioni. Ma lo stallo, nonostante i ripetuti segnali di disponibilità mostrati dagli assessori presenti – Luciano Sposato, Maria Teresa D’Achille e Roberto Di Baggio – è proseguito fino a tardi. Con i dieci che, facendo fronte comune, hanno preteso altre 24 ore per decidere ufficialmente da che parte stare: se ancora con la maggioranza di centrosinistra nella quale sono stati eletti o se agire apertamente come una nuova opposizione.

Indispettiti, non poco, alcuni fedelissimi: di fronte alle contestazioni sulla mancanza di condivisione e di coinvolgimento, mai estrinsecate in argomenti programmatici concreti da parte dei dieci – cosa a dir poco singolare, dopo due settimane, con tanti cittadini che, poco avvezzi ai meccanismi della politica, ancora si stanno interrogando su cosa i dissidenti vogliano veramente – alcuni degli esponenti del centrosinistra rimasti vicini a Brasiello avrebbero già fatto capire di non intendere partecipare alla riunione di oggi alle 18. La quarta in quattro giorni. L’ultima, per capire se davvero Isernia dovrà pagare lo scotto di un terzo commissario in tre anni. 

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mikeante

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