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‘Mannaia’ Balduzzi sulla sanità, Iorio: “Unica speranza è non firmare”

CAMPOBASSO. Anni di tagli lacrime e sangue, commissariamenti e rinnovo dei vertici Asrem non sono serviti a scongiurare quello che a brevissimo potrebbe decretare il colpo finale per la sanità molisana. L’ultima tegola è rappresentato dalla riforma Balduzzi, l’ex ministro del governo Monti, firmata in men che non si dica dal governatore Frattura, nell’agosto 2014, nel corso della conferenza Stato-Regioni. L’unica regione a mettersi di traverso fu la Basilicata, che riuscì ad ottenere una deroga a quanto previsto dalla ‘mannaia’ Balduzzi.
Per scongiurare la “negazione del diritto alla salute dei molisani” i consiglieri di centrodestra hanno tenuto ieri una conferenza stampa, a Palazzo Moffa, in cui hanno spiegato a cosa si andrà in contro con l’entrata in vigore della riforma Balduzzi tra sei mesi, quando le Regioni saranno chiamate ad applicarla.
“Con il recepimento del regolamento, sulla sanità molisana si abbatterà una scure. L’unica cosa che ci resta – ha detto il consigliere regionale Michele Iorio – è impugnare il provvedimento o convincere il presidente Frattura a non firmare. Per questo abbiamo chiesto una seduta monotematica urgente del Consiglio regionale. Il regolamento attuativo al decreto doveva tener conto delle osservazioni avanzate dalle Regioni, ma quando in sede di Conferenza se ne è discusso, il Molise ha dato l’ok non immaginando, forse, quali terribili conseguenze ci sarebbero state”.
Con l’entrata in vigore della nuova riforma, saranno introdotti nuovi e più stringenti criteri di giudizio per la classificazione delle strutture ospedaliere, basati principalmente su parametri demografici che penalizzeranno senza mezzi termini la nostra piccola regione, avente solo 300mila abitanti. Un mero e semplice esempio di tale disegno comporterebbe che i nosocomi di Isernia e Termoli sarebbero classificati come ‘presidi ospedalieri di base’, con bacino di utenza tra 80 e 150mila abitanti, e dotati solo dei reparti di Medicina, Chirurgia generale e Ortopedia, mentre tutto il resto dovrà essere tagliato. Niente più Ginecologia e Ostetricia: ne conseguirebbe che le partorienti, residenti in queste zone, dovrebbero andare nel Lazio o in Abruzzo.
Il Cardarelli di Campobasso sarebbe l’unico ‘presidio ospedaliero di primo livello’, perché ricadente in un bacino di utenza tra 150 e 300 mila abitanti. Conserverebbe le specialità cancellate ai nosocomi di Isernia e Termoli, ma comunque perderebbe Neurochirurgia e Chirurgia vascolare. Per la cura di tali specifiche patologie bisognerà attivare collaborazioni con i ‘presidi ospedalieri di secondo livello’, cioè quelli che ricadono in un bacino di utenza compreso tra 600 mila e un milione e 200 mila abitanti.
Una previsione aberrante per i cittadini molisani, cui sarà negato il diritto alla salute costituzionalmente garantito. Il nuovo piano porterà allo smantellamento, sia pubblico che privato, della sanità in regione, con evidenti difficoltà per i cittadini che saranno spinti a lasciare il Molise.

Francesco Clemente

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