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Ittierre, tutti i dettagli dell’offerta di Ikf

ISERNIA.  L’offerta esiste per davvero. Anche stavolta, dopo il tentativo andato a vuoto l’anno scorso, l’Ikf di Milano punta a rilevare l’Ittierre di Pettoranello. Lo si apprende da una nota stampa dell’investment company specializzata nel rilancio delle aziende in crisi, già nota alle cronache molisane per essere stata la prima, l’anno scorso, ad affacciarsi sulla scena dopo l’apertura della procedura concordataria dell’azienda allora guidata interamente da Antonio Bianchi. Nell’aprile 2014, tuttavia, per il tribunale di Isernia la spuntò Antonio Rosati con la sua Hdc, la Holding del Conte, la cui proposta fu giudicata come la miglior offerta. A distanza di un anno, Ikf  – prima società a essere quotata, nel 2009, sul mercato delle piccole e medie imprese, l’Aim (Alternative Investment Market) della Borsa italiana – si è rifatta avanti. È di ieri, infatti, la presentazione di una lettera di intenti vincolante per l’acquisizione della Oti, le Officine tessili italiane di Rosati. Nei giorni scorsi, del resto, era stata avviata una due diligence (analisi dei conti) economico finanziaria e patrimoniale delle licenze e del magazzino con l’ausilio dell’advisor ‘The European House Ambrosetti’, guidato da una vecchia conoscenza negli ambienti di Ittierre: l’ex general manager della gestione commissariale Massimo Suppancig. Terminata la quale, si appende ora che la formula proposta è quella del contratto d’affitto del ramo d’azienda con opzione d’acquisto.

LE CONDIZIONI DELL’OPERAZIONE. In sostanza Ikf si propone di acquisire, per il tramite di una propria nuova società controllata al 100 per cento costituita ad hoc, l’azienda tessile da Oti, nonostante la stessa non sia più operativa da oltre un anno. Tre le condizioni che la società meneghina vuol vedere soddisfatte per poter procedere nell’operazione: in primis Oti, nella persona del suo liquidatore giudiziale debitamente autorizzato dagli organi competenti, dovrà accettare di rinegoziare il contenuto del previsto contratto di affitto/vendita.

In secondo luogo, bisognerà risolvere parzialmente la cessione delle scorte, dilazionando i relativi residui debiti in un arco temporale di almeno trentasei mesi dalla data del perfezionamento dell’operazione.

Da ultimo, sarà necessario che i commissari straordinari di Ittierre Spa in amministrazione straordinaria accettino, a loro volta, di locare alla newco una porzione di almeno 10.000 metri quadri, come meglio sarà individuata nel corso della necessaria negoziazione, a fronte di un canone annuo non superiore a 150mila euro per un minimo di sei anni.

LE TAPPE. Ikf è inoltre disponibile a valutare un proprio intervento onde favorire la liquidazione delle scorte di Ittierre non ancora cedute da quest’ultima. Una volta costituita la newco, Oti sottoscriverà con essa, entro il 15 prossimo, un contratto preliminare di affitto d’azienda, con opzione per il successivo acquisto, avente ad oggetto l’azienda attualmente di proprietà di Ittierre. Il preliminare prevedrà le seguenti condizioni: stipulazione del contratto definitivo entro il termine essenziale del 27 marzo 2015; canone annuale di affitto di 100mila euro oltre Iva; consegna dell’azienda entro 7 giorni di calendario dalla data della sottoscrizione notarile del contratto definitivo; durata dell’affitto nella misura di trentasei mesi; opzione di acquisto esercitabile entro il termine di durata del contratto d’affitto; prezzo di vendita di 750mila euro oltre Iva, dal quale verranno detratti gli importi pagati a titolo di canone di affitto d’azienda; infine, pagamenti garantiti con polizza fideiussoria.

I NUMERI DEI LAVORATORI. La nuova azienda partirà con un numero non inferiore a quindici dipendenti nel corso dei primi sei mesi di durata del contratto d’affitto e, comunque, intende raggiungere un numero non inferiore a 40 nei successivi  nove mesi, con possibilità di accollo liberatorio delle relative spettanze già in corso di contratto d’affitto, con facoltà – in tal caso – dell’affittuaria di compensazione con controcrediti dell’affittante.

RAPPORTI TRA ITTIERRE E OTI. Verranno presi accordi volti alla rinegoziazione dei rapporti oggi in essere tra Oti e Ittierre, il tutto consensualmente e senza penalità o indennizzi e conseguenti regolarizzazioni contabili per l’avvenuta emissione di fatture di merce intervenute tra le due aziende. La merce già consegnata da Ittierre alla Oti e non ancora pagata da quest’ultima per un importo complessivo 3 milioni di euro verrà regolata dalla newco come segue: 1 milione di euro entro dieci giorni dalla consegna dell’azienda; 2 milioni di euro in 36 rate mensili di pari importo.

IL MAGAZZINO. La newco, alla luce dei risultati della due diligence si rende disponibile, alternativamente, ad acquistare la merce del residuo magazzino a un prezzo complessivo di 3.5 milioni di euro e al pagamento in 36 rate mensili; oppure,a gestire la vendita di tutta o di parte della merce del residuo magazzinoper conto di Ittierre a fronte del riconoscimento di un corrispettivo proporzionale alle quantità vendute e percentualmente crescente a realizzazione degli obiettivi di vendita che saranno concordati con Ittierre medesima, restando comunque in capo a Ittierre ogni responsabilità per eventuali ulteriori vizi e difetti (anche apparenti) dei beni che le compongono.

L’ALLARME DEI SINDACATI. Intanto, sui 247 dipendenti ancora in forze all’Ittierre spa, scatta l’allarme di Cgil, Cisl Uil e Ugl: sono infatti partite le lettere di licenziamento, anticamera per la mobilità a partire dal 3 aprile (data in cui cesserà la cassa integrazione straordinaria). Le missive saranno revocate soltanto nell’ipotesi in cui dovesse giungere dal Ministero una proroga di sei mesi della cassa integrazione straordinaria, in scadenza il prossimo 3 aprile: dal giorno successivo, dunque, la Ittierre non avrà più lavoratori in organico, a meno che non interverranno novità importanti. Per la Cgil si tratta dell’ultimo passaggio da compiere per trasformare la procedura da concorsuale in fallimentare. In questo contesto, le possibilità di ripresa effettiva dell’attività produttiva sono molto più difficili e svilupperanno sicuramente numeri minori rispetto a quelli previsti nel piano di Oti. I sindacati lamentano l’immobilismo, in questa fase della vertenza, della Regione Molise, che non avrebbe avuto la volontà o la capacità di esercitare, sui ministeri competenti, le dovute pressioni per ottenere la proroga che, nel caso in cui fosse giunta a tempo debito, avrebbe fatto beneficiare la procedura di un milione di euro di sgravi, rendendo maggiormente appetibile l’azienda per eventuali investitori. La Regione Molise, infatti, prese l’impegno di comunicare con le istituzioni nazionali e di verificare, appunto, la possibilità di accesso ad una proroga, che rappresentava l’unica possibilità di tenere in vita il concordato. Ma l’impegno finora non è stato mantenuto. Per questo i sindacati chiedono alla Regione un intervento sul ministero dello Sviluppo Economico per convocare una task force che sblocchi la procedura, valutando se esistano i presupposti per la proroga degli ammortizzatori sociali. Se tuttavia l’operazione Ikf andasse in porto, in presenza di una continuità aziendale, la cigs potrebbe proseguire oltre.

   

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