HomeREGIONELavoro, Frattura contro tutti: cambiare registro o annulleremo il Molise

Lavoro, Frattura contro tutti: cambiare registro o annulleremo il Molise

CAMPOBASSO. Ne ha per tutti. Sindacati, giornalisti, imprenditori millantatori, privilegiati della sanità. Il presidente della Regine, Paolo Frattura, reagisce agli attacchi su due anni d mandato. Difendendo il proprio operato sul tema caldo dell’occupazione, rivendicando la responsabilità delle scelte operate finora. E dichiarandosi pronto a firmare la mozione di sfiducia dei grillini per discuterne in aula, purché cessino i populisti a oltranza. Di seguito l’intervento integrale del governatore nel Consiglio regionale di ieri, monotematico sul lavoro.

“Penso che prima di tutto dobbiamo chiarirci sul ruolo che intendiamo dare alla Regione – ha dichiarato Frattura – in merito alle varie vertenze. Ho apprezzato i toni delle opposizioni, però su alcuni aspetti abbiamo punti di vista diversi. Ma malgrado questi punti di vista diversi, ritengo che dobbiamo confrontarci su che cosa, semmai insieme, riusciamo a mettere in campo. Sarebbe troppo semplice rispondere sui riferimenti fatti in quest’Aula a Gam, Zuccherificio, Ittierre, ci siamo dimenticati di Di Risio, Protezione Civile, ricostruzione e via dicendo. Tuttavia non credo che sia di attualità stare a discutere sul perché e sul per come la Regione ha sperperato tante risorse pubbliche, senza consolidare e creare opportunità per il futuro. Ho ascoltato il Sindacato nell’incontro che abbiamo fatto prima, e ancora una volta ho sentito lamentele ma non proposte. Leggo un comunicato stampa che a metà del lavoro di questo Consiglio chiama il Sindacato fuori, lo stesso Sindacato che però è il primo ad arroccarsi su alcune situazioni, senza mettere in discussione alcuni benefici che si trovano ancora una volta a difendere.

Finiamola con proposte populiste e proviamo invece a ragionare su che cosa fare rispetto alle vertenze. Intendo tutte le vertenze, che non riguardano solo le partecipate ma che oggettivamente ricomprendono le migliaia di imprese che quotidianamente, senza il supporto di “mamma Regione”, si trovano a confrontarsi con il mercato e con il problema del lavoro. Su questo, insieme, dovremmo provare a dare soddisfazioni ai lavoratori. Proviamo a vedere con i lavoratori che cosa questa Regione è in grado di mettere in campo e che cosa questa Regione ha messo in campo.

Edilizia. Onestamente mi viene da ricordare che per l’edilizia, da agosto in poi, abbiamo appaltato 27 milioni di euro per quanto riguarda il rischio idrogeologico, di cui oltre il cinquanta per cento già pagato, abbiamo 44 milioni di progetti esecutivi che vanno a gara, e 91 milioni di euro riprogrammati.

Formazione professionale. È un tema che stiamo affrontando da circa sei mesi, ormai. Costruiamo un percorso chiaro individuando una risoluzione certa. Come? Indicando con quali risorse e con quali soggetti è possibile. Capisco l’urgenza di tutto ma non penso che sia il problema il mese in più o il mese in meno rispetto invece a una soluzione definitiva, che metta in sicurezza non solo gli iscritti all’albo, ma anche tutti quei soggetti che continuano a investire in formazione, senza rientrare nel circolo del consolidato.

Filiera avicola. Se La Regione non avesse chiuso il macello della Gam, cosa che qui ancora ci viene contestata, si troverebbe nell’impossibilità di chiudere il bilancio, visto che 15 milioni di euro di perdita l’anno questa Regione, partecipando all’azienda, non se li può permettere. Parlo con i dati di bilancio, non smammando numeri, ai quali forse qualcuno in passato ci aveva abituato, quando, da questo banco, si parlava di una situazione dell’allora Solagrital in pareggio. Su queste basi, solo ed esclusivamente nell’interesse dei lavoratori, non solo ci siamo presi la responsabilità di chiudere quella parte di filiera che non era in sicurezza, il macello, e ci stiamo battendo non per l’esercizio temporaneo, transitorio, o quello che sia, ma per il rilancio dell’intera filiera. Il rilancio della filiera avicola lo garantiamo con le idee chiare e con partner affidabili. La dobbiamo smettere di dare il microfono a gente che viene in questa Regione a millantare interventi, illudendo i lavoratori in un momento di difficoltà. È inaudito che si dia spazio a gente che non ha nessuna credibilità nel resto del Paese e che qui, millantando, trova respiro e spazio. Poi, ogni qualvolta gli si chiede un minimo di garanzia, nell’interesse dei lavoratori, e non certo dei consiglieri regionali, ecco che sparisce nel nulla con il nulla, cercando di fagocitare chi oggi, purtroppo, vive il disagio sociale del rischio del proprio posto di lavoro”.

Molise Dati. “Così come dobbiamo capire – ancora il presidente della Regione – che alcune situazioni di privilegio, 38 persone della Molise Dati, che ci costano 3 milioni di euro a bilancio, è un carico che onestamente non possiamo permetterci. I superminimi di tutti i contratti di tutte le partecipate sono situazioni che non ci possiamo permettere. Solidarietà significa da una parte fare sforzi, dall’altra azzerare benefici, che valgono anche per i famosi protagonisti della Sanità, che sono i primi promotori di quei comitati, che oggi forse hanno tutto l’interesse a che lo status quo rimanga così com’è, fino a quando rischiamo, una volta per tutte, che il banco salti.

Ricostruzione. Parlavamo della deroga del Patto di Stabilità, dobbiamo imparare a fare i conti con le cose certe, altrimenti rischiamo sempre di illuderci di raggiungere non so quali obiettivi, per poi rimanere a metà strada. Nel 2013 abbiamo avuto 15 milioni di euro di deroga al Patto di Stabilità per la ricostruzione. Ricostruzione per la quale – e mi dispiace –, continuo a sentire il solito leitmotiv, colpa di Frattura, colpa di Ciocca, nonostante 43 milioni di euro di debiti pagati, 340 milioni di euro di accordi di programma firmati, che confermano quei finanziamenti: per me così si amministra con responsabilità. La stessa responsabilità che abbiamo dimostrato nel prendere le decisioni nei confronti delle imprese, che, fino a quando non è stato firmato il primo apq, e parliamo del 2014, avevano lavorato senza garanzia di copertura finanziaria di quei lavori.

Zuccherificio. Non mi pare che mai qualcuno di noi abbia deciso di chiudere quella filiera, ma semmai di rilanciarla, ma di rilanciarla garantendo continuità. E anche la responsabilità di una scelta, che mette a rischio una campagna, ma solo dopo aver concordato, in particolar modo con il Ministero delle politiche agricole, la continuità del mantenimento delle quote. Unico modo, questo, per garantire continuità al valore dell’azienda, senza millantare ancora una volta interventi, o pseudo-interventi, di pseudo-imprenditori, sempre gli stessi. Doppioni di quanto abbiamo già vissuto in passato e di cui francamente non avvertiamo il bisogno.

Korai. Il Korai che si difende in quest’Aula è stato svuotato di contenuti e mission, fare turismo culturale, con lo sperpero di un finanziamento di 700 milioni per un progetto del Formez.

Partecipate. Sulle partecipate il ragionamento va allargato in maniera seria, puntuale e precisa. Al 31 marzo sottoscriverò il documento di razionalizzazione delle partecipate, sapendo che avremo un anno per rispettare gli impegni che, come Governo, andiamo ad assumere.

Province. Attenzione a pensare di risolvere il problema delle Province, immaginando che, tra le deleghe che saranno trasferite alla Regione, c’è la raccolta tartufi, che non prevede i due addetti, così come, razionalmente e giustamente, proposto dalla Regione, ma al contrario ci vediamo presentare dal Segretario generale della Provincia di Campobasso una proposta che prevede il trasferimento di un dirigente e 4 unità, per un costo di 323 mila euro l’anno, dopo che noi come Regione abbiamo ridotto drasticamente il numero dei nostri dirigenti, da 76 e 40, e dei dipendenti, da 930-940 a 560. Se riteniamo che questo sia il modo corretto di trasferire deleghe e razionalizzare il personale in questa Regione, evidentemente abbiamo sbagliato strada. E allora, con senso di responsabilità, con obiettività, ma soprattutto con la conoscenza delle opportunità e delle possibilità che questa Regione ha, io sono convinto che, ancora una volta, insieme saremo nelle condizioni di ridisegnare, una volta per tutte, il sistema economico di questa Regione.

Aziende che danno l’esempio. Un appello, un appello a tutti i lavoratori di tutte quelle aziende che, ripeto, non sono mai venute a fare una vertenza sotto ai cancelli, davanti agli uffici e sedi regionali. Non sono mai venuti, pur soffrendo quotidianamente la morsa di un sistema economico che continua a creare problemi. Forse da loro qualcosa in più, tutti, dobbiamo imparare. Perché, con quel modo di lavorare, in silenzio, ma con la determinazione di andare avanti, sapendo che, alla fine, soltanto insieme possiamo farcela, sono convinto, e non è retorica, che proprio quel modello significherà la differenza.

Politica del fango e delegittimazione mediatica. E, sia chiaro, non saranno i tentativi di delegittimare il sottoscritto, il Governo regionale, la Maggioranza, e permettetemi, oserei dire tutto il Consiglio regionale, da parte di talune emittenti, di taluni giornalisti, di taluni direttori o di taluni editori, non saranno questi tentativi di delegittimazione a mettere in discussione la fiducia che i molisani ci hanno dato e che porteremo a termine fino alla conclusione del mandato, assumendoci quotidianamente ogni responsabilità. Sappiamo che le somme si tirano a fine mandato. E, a fine mandato, saremo noi stessi con assoluta serenità a valutare se avremo o no soddisfatto la fiducia che tanti molisani ci hanno dato.

Non permettiamo a nessuno, con questa continua politica del fango, di delegittimare le istituzioni. Ripeto, fino ad oggi, non abbiamo mai fatto riferimento a denunce. Ricordo a tutti che qualcuno qui in Molise ha presentato una denuncia per stalking a mezzo stampa. Penso che stiamo subendo da due anni qualcosa che va oltre quella politica di delegittimazione, ma non è giusto giocare col disagio sociale che tanti cittadini molisani vivono continuando a gettare fango. È ora di finirla. Non ci arrendiamo di fronte a questo modo di delegittimarci, non ci arrendiamo perché, ribadisco, abbiamo la coscienza a posto, le spalle larghe e sappiamo quanto galantuomo sia il tempo.

Sindacato. Rispondo al Sindacato, invitando a evitare questo modo di discutere a metà, di alzarsi e andare via. Ragioniamo, i sacrifici li facciamo tutti, ma diamoci obiettivi sulla base dei quali si potrà dire alla fine se abbiamo o non abbiamo centrato gli stessi. Basta con le polemiche. Basta con il rinfacciarci le responsabilità. Nessuno di noi ha intenzione di chiudere, smantellare, o distruggere. Mai sarò contro una proposta della Minoranza.

Mozione di sfiducia. Chiudo chiarendo che non può essere una seduta monotematica sul lavoro la soluzione a tutti i problemi di questa Regione. Non lo può essere, perché sarebbe impossibile. Altro che bacchetta magica. Sono però convinto che, non il tavolo risolutivo, ma il lavoro condiviso per singolo obiettivo e per singola tematica ci porterà a risolvere tanti dei problemi di questa Regione. E se, per la prima volta, si affacciano imprenditori seri, candidandosi non certo per fasi transitorie, per il rilancio delle varie filiere che possono significare il rilancio complessivo della nostra Regione, sta a significare che evidentemente tanti buchi nell’acqua, questa maggioranza e questo Governo, onestamente, non li stanno facendo.

Se il tema è la mozione di sfiducia al sottoscritto, io sono tra i firmatari perché si discuta quella mozione in quest’aula, perché la dobbiamo finire di fare del populismo in ogni situazione, senza proporre soluzioni ai tanti problemi. E questo vale oggi per il lavoro, è valso per la sanità sette giorni fa, ed è valso per le biomasse quando abbiamo espresso delle valutazioni e questa maggioranza è passata per la sospensione, per la revoca e per l’annullamento delle autorizzazioni. Questo significa avere un comportamento corretto reciprocamente per alzare il livello. Questo significa un modo per provare a riconquistare la fiducia dei cittadini.

Autonomia a rischio. Perché – conclude Frattura – se continuiamo a cantarcele fra di noi, senza capire che questo modo di fare, questo modo di lavorare, o questo pseudotentativo di lavorare, riteniamo possa portare a creare consenso, aumentare i numeri in eventuali future scadenze elettorali, io sono convinto che porterà all’azzeramento non nostro, ma purtroppo della nostra Regione”.

 

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