Una grande alleanza per il reddito minimo garantito? La fine del Molise

Il centrodestra a Palazzo Moffa rilancia il progetto che piace tanto ai Cinque Stelle e non dispiace al centrosinistra. Ma per l’economia regionale, già tartassata e surclassata dal “pubblico”, sarebbe solo un disastro

CAMPOBASSO. “Vogliamo ricordare ai colleghi del Movimento 5 Stelle che una proposta di legge sull’istituzione del reddito minimo garantito già esiste, è stata presentata il 29 settembre del 2014”.

E’ quanto si legge in una nota firmata da Angela Fusco e Nunzia Lattanzio.

“I beneficiari dell’intervento – spiegano – sono disoccupati, inoccupati, lavoratori autonomi, lavoratori a tempo parziale, lavoratori precariamente occupati e privi di retribuzione, soggiornanti nella Regione Molise da almeno 24 mesi, in età non pensionabile e con un reddito annuo inferiore agli 8 mila euro. Il beneficio ha durata di un anno e può essere rinnovato nel caso in cui permangano le condizioni di accessibilità”.

Da qui l’invito ai colleghi Federico e Manzo (che pochi giorni fa hanno rilanciato con forza l’idea) “a superare ogni tipo di barriera ideologica in virtù della rilevanza e dell’importanza di una iniziativa da portare avanti negli interessi di un tessuto sociale sempre più in difficoltà su tutto il territorio regionale”.

Difficile capire se in Consiglio regionale ci siano davvero i presupposti per un’alleanza ampia e trasversale capace di portare a termine un progetto simile, più facile forse comprenderne i tanti, troppi risvolti negativi: il reddito minimo sarà anche popolare ma in una regione piena di debiti, ancora orfana di una vera e propria economia “privata” e reale e incapace di creare benessere e sviluppo al di fuori della “cosa pubblica”, darebbe semplicemente il colpo di grazia alle speranze di un territorio povero e senza prospettive.

L’ennesima, la peggiore, forma di assistenzialismo che porterebbe il Molise al fallimento finale.