La Corte dei conti inchioda la Casta: troppi sprechi e prebende eccessive

CAMPOBASSO. Quella che viene fuori dalla relazione enunciata a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti, è una classe dirigente locale che “continua a trincerarsi nelle proprie competenze – così ha sottolineato Michael Sciaiscia, presidente della Sezione giurisdizionale della magistratura contabile – ma in realtà non ha operato proficuamente per la soluzione dei problemi”. Sia dalla chiosa di Sciascia che da quella del procuratore regionale Alberto Manfredi Selvaggi, è emerso un quadro di generale e diffusa illegalità, caratterizzato cattive abitudini di ogni genere, sia da parte dei vertici politico-amministrativi che da parte di privati cittadini che arrivano a falsificare documenti per beneficiare di fondi pubblici. Il tutto in un sistema di connivenze e mancati controlli da parte degli organi preposti. Le problematiche peggiori, per una regione piccolissima come il Molise, restano le solite: costi della politica, sanità, società partecipate.
Relativamente ai costi della politica, Sciascia ha sottolineato quanto avvenuto nella decima legislatura (2006-2011). Su 15 rendiconti presentati, 13 erano illegittimi e uno, quello di ‘Molise civile’, mancante. Mentre nell’undicesima legislatura (2011-2013), sei su 15 sono stati i rendiconti irregolari. Nella dodicesima legislatura, quella attuale, è invece all’attenzione della magistratura contabile il famoso bonus da 2.500 euro che intascavano i consiglieri per i ‘portaborse’. Abrogato a fine 2013 perché incompatibile con l’indennità omnicomprensiva, non sarebbe ancora stato restituito da tutti coloro che hanno indebitamente percepito tale somma.
“Si deve procedere con decisione – ha enunciato Sciascia, in presenza del governatore Paolo Frattura, presente in sala – a tagliare i benefit attribuiti ai singoli consiglieri, le ingiustificate e ingiustificabili prebende e spese per nulla produttive né utili, avvertite dalla cittadinanza come forme di parassitismo a suo danno, nonché a una oculata gestione dei fondi rimessi ai gruppi consiliari regionali”.
Il presidente della Regione, tuttavia, non è sembrato scomporsi: “La XII legislatura – ha risposto Frattura – è chiamata in causa per un solo aspetto. Il resto appartiene alla storia. Adesso si affrontano le cose con un rigore diverso.”
Il secondo grande tema della relazione della Corte dei conti ha toccato la sanità, che rappresenta il capitolo di spesa maggiore per il Molise, arrivando ad assorbire circa l’85% del bilancio della Regione. Ancora pesante il deficit, nonostante i tagli e ridimensionamenti vari. La perdita dell’esercizio 2014, infatti, si attesterà ad oltre 43 milioni di euro. Terzo e ultimo capitolo quello delle partecipate: ben 155 partecipazioni attive per delle vere e proprie ‘sanguisughe’ di risorse pubbliche, che secondo la magistratura contabile del Molise non portano benefici concreti per l’intero contesto locale. Non tralasciando le tante consulenze esterne, affidate troppo spesso senza procedura pubblica e omettendo di dimostrare che all’interno dell’amministrazione manchino realmente le professionalità che si vanno a cercare all’esterno “Continuano ad emergere – ha sottolineato il presidente Sciascia – situazioni di squilibrio finanziario e deficitarietà strutturale in diverse partecipazioni, che vanno ridotte all’essenziale e sottoposte a rigidi controlli”.
In ultima analisi, sono stati enunciati i risultati operativi della Corte, che nel 2014 è riuscita a recuperare oltre 15 milioni di euro di fondi pubblici, rispetto ai cinque recuperati nel 2013.

Francesco Clemente