CAMPOBASSO. L’Università degli Studi del Molise si candida a ricoprire un ruolo da comprimario nella prossima fase di sviluppo regionale. Uno sviluppo che possa garantire all’intero territorio molisano un generale miglioramento delle condizioni economiche e sociali, nonché un diretto collegamento con un mercato del lavoro in continua evoluzione. Tutto ciò non soltanto mediante una offerta formativa che punta a eccellere nell’intero panorama nazionale, ma anche attraverso un dibattito aperto e il coinvolgimento di tutte le parti sociali che, in futuro, dovranno beneficiare degli obiettivi prefissati. Nella conferenza di illustrazione della struttura e dell’articolazione dell’intera offerta formativa dell’ateneo, mercoledì scorso, 25 marzo, il rettore Gianmaria Palmieri ha coinvolto anche tutte le istituzioni pubbliche, le parti sociali e tutti quei soggetti che rappresentano il mondo economico e sociale della zona.
L’incontro è stata un’utile occasione per coinvolgere nel processo decisionale tutte le parti sociali, in modo tale da poter raccogliere indicazioni, suggerimenti e proposte relative alle linee guida di programmazione, nonché alla valutazione e implementazione dell’offerta formativa erogata dall’ateneo. Insomma un’offerta didattica che non è un dato immobile, ma un processo che va costruito progressivamente nell’orizzonte globale in cui si colloca l’Università, con un’attenzione particolare alle peculiarità del territorio. Solo in questo modo si garantirà negli anni un miglioramento continuo, che non può prescindere da uno scambio sistematico con quei portatori di interesse che devono diventare i beneficiari dei professionisti che usciranno dall’Università.
“Esiste l’esigenza – ha affermato il rettore – di una consultazione delle parti sociali che appunto indica la relazione con gli operatori del territorio per delineare la nostra offerta formativa nel modo più coerente possibile. Dal punto di vista sostanziale, indipendentemente da quella che è l’esigenza giuridica, l’Unimol tiene moltissimo al contatto con le parti sociali del territorio, con il mondo dell’impresa, delle pubbliche amministrazioni, dell’associazionismo, delle professioni. Naturalmente noi dobbiamo allestire un’offerta formativa che sia funzionale alle esigenze del territorio per dare prospettive ai nostri giovani”.
Francesco Clemente
