HomeSenza categoriaCassa integrazione, Palombo: “Non basta. Servono interventi di stabilità occupazionale”

Cassa integrazione, Palombo: “Non basta. Servono interventi di stabilità occupazionale”

MONTENERO DI BISACCIA. “Non si confonda il diritto al lavoro con la richiesta di assistenza”. Parla Nicola Palombo, coordinatore regionale Sinistradem, a proposito della recente stipula del verbale d’accordo per la proroga della cassa Integrazione straordinaria per 247 dipendenti dell’Ittierre per altri 6 mesi (ricorrenti da oggi). Quest’azione – che Palombo definisce ‘difensiva’ – permette a migliaia di persone di accedere ad una tutela reddituale in assenza di lavoro, ma rappresenta solo una prima risposta e, pertanto, merita di essere implementata da politiche attive del lavoro connesse con il sostegno all’autoimpiego e agli incentivi allo sviluppo o allo sblocco delle opere pubbliche. “E’ stato di certo utile l’impegno dell’assessorato regionale al Lavoro – sempre Palombo – che ha seguito l’approvazione della cassa integrazione per 277 addetti della Gam e per i 45 operai della ditta Falcione (oltre che per i 1600 lavoratori tutelati con gli ammortizzatori in deroga per il 2014), ma si tratta di strumenti tampone di carattere transitorio, che vanno ricondotti a interventi strutturali di stabilità occupazionale a medio-lungo termine. Il Molise dovrebbe accelerare gli investimenti dei fondi strutturali europei e le riforme che possono liberare risorse per promuovere lo sviluppo, anziché tenerle bloccate in una miriade di enti e società partecipate poco efficienti e non sempre efficaci. Ciò che non serve, invece, è il persistere di interventi assistenziali con assunzioni di personale a carico della pubblica amministrazione pagati dalle tasse dei contribuenti. Pensare – continua – che la disoccupazione regionale si possa sconfiggere facendo assumere tutti alla regione o in aziende decotte che producono milioni di euro di debito scaricati sul bilancio regionale, è un errore madornale, culturale e di stampo clientelare. Al territorio serve intrapresa, autoimpiego, competitività e sostegno alle imprese innovative, non ricette borboniche di carattere assistenziale. Quelle sollecitazioni fanno sprofondare il Molise nella palude e non aiutano nessuno, nemmeno coloro che chiedono di essere assunti nella pubblica amministrazione in un periodo in cui non si sa nemmeno che fine fanno il 50% dei 400 dipendenti delle Province di Campobasso e Isernia. Ma di che parliamo?”.

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