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Illuminazione pubblica, a Isernia la ditta coinvolta nell’Ischia-gate

ISERNIA. Gestisce l’illuminazione pubblica anche a Isernia. Ma da pochi giorni è finita sulle cronache di tutta Italia per l’inchiesta della procura di Napoli sulle presunte tangenti negli appalti di Ischia.

Si tratta della cooperativa Cpl Concordia, aggiudicataria nel 2006 dell’appalto del comune di Isernia per la gestione, l’esercizio, la manutenzione ordinaria-straordinaria e programmata-preventiva dell’impianto di pubblica illuminazione del territorio comunale nonché dell’intero impianto al servizio del campo sportivo di contrada ‘Le Piane’. Un appalto da 3,5 milioni di euro Iva esclusa, quello del capoluogo pentro, assegnato con il criterio dell’offerta più vantaggiosa. Cpl, tra l’altro, risulta tra le candidate alla gara di “affidamento in concessione del servizio di gestione integrata e manutenzione degli impianti comunali di pubblica illuminazione mediante interventi di efficienza energetica” anche nella vicina Castel di Sangro (L’Aquila) e vincitrice a Montefalcone nel Sannio (Campobasso).

Come si legge su ‘Repubblica.it’, i vertici della Cpl, stando agli atti dell’inchiesta, avrebbero fatto “sistematico ricorso a un modello organizzativo ispirato alla corruzione, che li ha portati ad accordarsi non solo con i sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali”.

Cpl Concordia è un colosso modenese, attivo da 116 anni e con ben 1.800 dipendenti. I reati contestati, sempre secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, vanno, a vario titolo, “dall’associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’inchiesta ha preso le mosse nell’aprile 2013 e ha portato alla luce, secondo l’accusa, un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della Cpl Concordia con cui retribuire pubblici ufficiali per ottenerne i ‘favori’ nell’aggiudicazione di appalti”.

Coinvolti dirigente ed ex dirigenti, ma, com’è noto, anche il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino, suo fratello Massimo, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo Cpl Concordia Francesco Simone, l’ex presidente Roberto Casari (andato in pensione il 30 gennaio scorso, ma secondo l’accusa ancora ‘regista’ degli affari della cooperativa), il responsabile commerciale dell’area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del Consiglio di amministrazione della Cpl distribuzione Maurizio Rinaldi e l’imprenditore casertano Massimiliano D’Errico. Arresti domiciliari, invece, per il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Ischia Silvano Arcamone, mentre per Massimo Continati e Giorgio Montali, rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno della Cpl è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

La Cpl Concordia, in una nota riportata da ‘Repubblica’, precisa che “nessun provvedimento ha riguardato direttamente la cooperativa e le società del Gruppo Cpl”; conferma la propria fiducia “nell’operato della magistratura e, nel caso i fatti addebitati trovassero conferma, la società si riserva di prendere i provvedimenti necessari per tutelare le attività del gruppo imprenditoriale”.

Ma come funzionava il presunto sistema di tangenti?  Secondo quanto riportato dall’Ansa, “la Cpl Concordia, in cambio dei ‘favori’ del sindaco Ferrandino per l’assegnazione dei lavori di metanizzazione dell’isola, avrebbe stipulato due ‘fittizie convenzioni’ (ciascuna da 165 mila euro) con l’Hotel Le Querce di Ischia, di proprietà della famiglia del sindaco, a fronte della ‘messa a disposizione’ di alcune stanze durante le stagioni estive 2013 e 2014 per i dipendenti della società modenese. Altre ‘utilità’ ottenute dal sindaco sarebbero state l’assunzione del fratello, Massimo Ferrandino, quale consulente della Cpl Concordia e almeno un viaggio tutto spesato in Tunisia. Secondo l’accusa sarebbe stato proprio grazie all’interessamento del sindaco e alla complicità dell’architetto Silvano Arcamone, dirigente dell’ufficio tecnico di Ischia, che l’appalto di metanizzazione dello stesso Comune (capofila del progetto) e di quelli di Lacco Ameno e Casamicciola Terme sarebbero stati affidati alla Cpl. La cooperativa, dal canto suo, avrebbe provveduto al pagamento attingendo a fondi neri costituiti mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina riconducibile a Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo Cpl Concordia, definito dagli inquirenti ‘personaggio chiave’ della vicenda, con un ruolo di primo piano nella presunta associazione a delinquere attiva non solo nell’appalto di Ischia, ma in numerosi altri, soprattutto in Campania”.

Ma non è finita. Sempre ‘Repubblica’: “È di un mese fa la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex presidente Roberto Casari, per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano. Opere realizzate non a norma, con rischi per la sicurezza dei cittadini, sostiene la Dda di Napoli, dopo le dichiarazioni rilasciate nel giugno 2014 dal pentito Antonio Iovine. Secondo l’ipotesi accusatoria, la Cpl si sarebbe aggiudicata l’appalto con l’appoggio della fazione dei Casalesi guidata da Michele Zagaria; i subappalti sarebbero stati poi distribuiti alle ditte locali indicate dai boss”.

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