Venerdì Santo, emozioni e suggestioni per il Teco Vorrei e gli incappucciati

CAMPOBASSO-ISERNIA. Nel giorno del lutto per nostro Signore Gesù Cristo si stringe il cuore di tutti i molisani. La processione del venerdì Santo è davvero sentita dai molisani, che rivivno nella loro intimità di fede la sofferenza e l’agonia dell’uomo che si è sacrificato per la salvezza di tutti noi. Eccezionale, anche ieri sera, l’affluenza registrataa Campobasso e Isernia dove le due solenni processioni sembrano sospendere il tempo e lo spazio in un’atmosfera quasi irreale per quanto carica di emozioni e suggestioni.

Nel capoluogo pentro il corteo, interminabile, che dalla chiesa di Santa Chiara ha attraversato gran parte della città, ha emozionato tutti i partecipanti. Organizzata come sempre dalla confraternita del Santissimo Sacramento, alla processione partecipano anche le confraternite di Santa Maria del Suffragio, di San Domenico, di Sant’Antonio e l’arciconfraternita di San Nicandro e San Pietro Celestino.

Toccante piùche mail il momento in cui il maestro Fabio Palumbo – che dirige il coro della Cappella celestiniana – ha introdotto i canti scritti proprio per l’occasione, tra cui, solo per citarne una, la struggente ‘Lascia che pianga vedendoti morire‘. Un momento di preghiera e meditazione, dunque, attorno alla statua del Cristo morto, adagiato su un letto di garofani, a quelle dell’Ecce Homo e alla statua della Mater Dolorosa, con il cuore trafitto da sette pugnali a simboleggiare i sette peccati capitali. Ad animare la processione ci hanno pensato, come da tradizione, gli ‘incappucciati’, cioè fedeli che indossano un saio bianco e un cappuccio, spesso contornato da una corona di spine. In questo modo si garantisce l’anonimato, così da rendere più significativo l’atto di penitenza. Alcuni di loro, per devozione, scelgono addirittura di camminare scalzi. Per il vescovo, monsignor Camillo Cibotti – alcapo della diocesi di Isernia-Venafro da solo un anno – il cordoglio collettivo del Venerdì santo è stata una novità assoluta ed è rimasto molto colpito dalla sentita partecipazione generale.

A Campobasso, invece, il protagonista indiscusso della processione è stato il ‘Teco Vorre‘, l‘inno all’Addolorata, una composizione di inizio Novecento del maestro campobassano Michele De Nigris su versi di Pietro Metastasio, intonata da oltre 700 voci. I versi del canto, sulle musiche del maestro Michele De Nigris, hanno emozionato e reso tangibile quel dolore di una madre per la morte del figlio, il dolore universale di Maria per Gesù, che si è sacrificato per l’intera umanità. Il corteo è partito e si è concluso nella stessa chiesa, quella di Santa Maria della Croce, facendo una pausa di fronte al carcere, dove, a nome dei detenuti, uno di loro, un immigrato albanese, ha rivolto una preghiera alla Madonna: “A lei ci affidiamo affinché ci ascolti, ci illumini, ci redima”. “La misericordia – ha detto l’arcivescovo della diocesi di Campobasso-Bojano, Giancarlo Bregantini, rispondendo alla preghiera del detenuto – divenga aiuto, sostegno, capacità di accoglienza agli immigrati, agli extracomunitari, ma soprattutto vicinanza a ogni emarginato”. Bregantini, poi, ha colto nuovamente l’occasione per chiedere che si cambi la legge che consente l’apertura dei negozi nei giorni di festa.