Trenitalia, ancora un capolavoro: convoglio resta a secco a Cassino

CAMPOBASSO-ROMA. Ancora disagi e peripezie per i poveri viaggiatori molisani. Oltre il danno la beffa, verrebbe da esclamare: ieri il treno Campobasso-Roma è rimasto letteralmente a secco sulla tratta ferroviaria all’altezza di Cassino. Proprio così, il treno partito da Campobasso non aveva il carburante necessario per arrivare nella Capitale.
Come riferiscono alcuni passeggeri ancora increduli il convoglio, per tentare di arrivare almeno a Cassino, ha dovuto portare un’andatura lentissima risparmiando il carburante necessario ed evitando così altri eventuali inconvenienti. Ovviamente il treno ha accumulato un ritardo notevole, circa 40 minuti, che hanno letteralmente fatto infuriare i passeggeri che si recano a Roma ogni giorno anche per studio o per lavoro, ma anche chi viaggiava semplicemente per diletto. Ad attendere il convoglio rimasto a secco, nella stazione di Cassino c’era il treno regionale Cassino-Roma, che si è trovato nell’assurda sostituzione di dover fungere da ‘servizio sostitutivo’, caricandosi i viaggiatori del treno rimasto senza carburante per portarli a destinazione. La circostanza è costata cara anche ai pendolari del Lazio, costretti a subire le ripercussioni provocate dai pendolari molisani.
Trenitalia, insomma, finisce nuovamente nell’occhio del ciclone per via del dramma kafkiano che ha visto protagonista, ancora oggi nel 2015, l’ormai leggendaria tratta Campobasso-Roma, con il piccolo convoglio alimentato a gasolio, come quelli degli anni ’50, quando non esistevano le linee elettrificate. Solo il giorno prima, un treno partito da Roma alle 17.30 e diretto a Campobasso, per percorrere il tratto da Venafro a Isernia, aveva impiegato la bellezza di un’ora e venticinque minuti. Mentre mercoledì scorso, invece, il treno da Campobasso delle 9.37 è giunto a Roma con un’ora di ritardo, con decine di passeggeri costretti a farsi tutto il viaggio in piedi, stipati come bestiame. Probabilmente per la classe dirigente sarebbe l’ora di operare scelte coraggiose, abbandonando le inutili opere faraoniche e concentrandosi su tanti piccoli interventi, come l’elettrificazione della tratta ferroviaria molisana.
Una situazione tragicomica, che comunque dovrebbe far riflettere attentamente i responsabili dei trasporti locali. In altre parti d’Europa un fatto simile farebbe immediatamente cadere ‘qualche testa’, ma l’Italia è il Paese del ‘volemose bene’, la gente ha la memoria corta, dimentica facilmente e pertanto siamo convinti che molta acqua sotto i ponti dovrà scorrere prima che qualcuno paghi per gli errori commessi.

Francesco Clemente