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La Prunus spinosa Trigno del Molise protagonista del quarto Congresso internazionale di medicina biointegrata a Roma

ROMA. Il Prunus spinosa qualità Trigno star indiscussa al IV Congresso internazionale di medicina biointegrata, tenutosi a Roma presso Palazzo Carpegna, nei giorni 17 18 e 19 aprile. Lo ‘Sviluppo delle attitudini verso la realizzazione di sé’ è il tema scelto quest’anno dall’Imeb – Istituto di medicina biointegrata – con sede a Bagnoli del Trigno (IS). Presente Franco Mastrodonato, direttore scientifico Imeb e presidente Simeb – Società italiana di medicina biointegrata.

La collaborazione tra l’Istituto superiore di sanità e il comitato scientifico dell’azienda farmaceutica molisana, ha permesso di studiare l’attività terapeutica antitumorale del Prunus spinosa qualità Trigno (PsT). Il prugnolo, pianta tipica del territorio molisano, è un arbusto spinoso che presenta foglie ovate verde scuro, numerosissimi fiori bianchi e frutti sferici di colore blu. La sua fioritura avviene tra marzo ed aprile, mentre i suoi frutti maturano tra settembre ed ottobre. Diversi sono i principi attivi, principalmente i flavonoidi: quercetina, 3-O-α-L-ramnopiranoside, 3-O-β-D-xilopiranoside, 3-O-β-D-glucopiranoside e camferolo, noti per la loro attività antiossidante e, potenzialmente, antitumorale. Stefania Meschini, ricercatrice del Dipartimento di tecnologie e salute dell’Istituto superiore di sanità, conferma che le cellule cancerose mutano il loro patrimonio genetico rapidamente, attivando vie molecolari alternative, evitando così la morte cellulare. Per tutto ciò, la ricerca si sta orientando verso l’utilizzo combinato di terapie innovative integrate. Il fitocomplesso PsT, diluito con il CAN (miscela di aminoacidi, vitamine, sali minerali) in 9 soluzioni derivate, è stato utilizzato nelle curve di crescita cellulare e osservazioni in microscopia a contrasto di fase, nei test di valutazione dell’attività antiproliferativa cellulare e di clonogenicità cellulare. Le linee cellulari umane usate negli esperimenti: carcinoma del colon, cervice uterina, adenocarcinoma polmonare. Le prove hanno dato come risultato rimarchevole la riduzione dose-dipendente della sopravvivenza cellulare nei diversi istotipi tumorali. L’associazione di chemioterapici con sostanze naturali ha lo scopo, quindi, di ridurre la dose dei farmaci di sintesi, limitare gli effetti collaterali e migliorare quindi l’attesa e la qualità della vita.

Anche Sebastiano Delfine, docente di coltivazioni erbacee ed orticoltura dell’Università del Molise, si è soffermato sullo stesso argomento ribadendo che l’areale di Bagnoli del Trigno è di eccellente qualità organolettica ed igienico-sanitaria rispetto ad altre drupe presenti nelle regioni limitrofe, perché il territorio preso in esame ha una bassa densità abitativa, ridottissimo traffico stradale e limitato livello di smog fotochimico e polveri sottili. Anche l’esperto in fitogenomica e metabolismo e chimico farmaceutico, Giovanni Occhionero, ha posto l’accento sulle possibilità terapeutiche di formulazioni naturali in campo oncologico, come nel caso del fitocomplesso PsT ottenuto da una pianta autoctona italiana associata ad un attivatore nutraceutico. La capacità di tale complesso di inibire in vitro la crescita di diverse linee di cellule tumorali è un punto di partenza per continuare ad approfondire i suoi meccanismi farmacologici.

E’ stato reso noto che le proprietà del Prunus saranno illustrate in un prossimo convegno che si terrà nel mese di giugno all’Expo di Milano.

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