TERMOLI. Sono Francesco Vaccaro e Flavio Francesco Dario i due studenti della facoltà d’ingegneria di Termoli che, nel mese di giugno, avranno la possibilità di illustrare al pubblico del Padiglione Italia dell’Expo 2015 di Milano i loro progetti innovativi. Grazie al concorso per studenti universitari bandito dal Politecnico di Milano, dal Padiglione Italia e da Rai Expo, i due ragazzi hanno avuto accesso alla Fiera internazionale, con un progetto che mira alla bonifica dell’ecosistema nelle periferie urbane. Un’occasione importantissima, frutto dell’impegno e della costanza di Vaccaro e Dario durante la frequenza del corso di composizione architettonica Unimol, curato dal professor Stefano Panunzi (II anno triennio ingegneria edile – Università del Molise).
La proposta racchiusa nei progetti dei due studenti sarebbe quella di ideare un involucro abitabile, in grado di avvolgere qualunque tipo di condominio intensivo delle periferie, ampliando gli appartamenti in facciata e in copertura, con serre idroponiche – ossia con coltivazioni in acqua e fuori dal suolo – fotovoltaiche, giardini pensili, stanze e mini laboratori con servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Tutto ciò in modo da poter produrre alimenti ed energia, riutilizzare e trasformare gli scarti quotidiani, offrire servizi e lavoro artigianale innovativo e tradizionale, assorbire pioggia e polveri sottili, mitigare le escursioni termiche. Senza demolire né dover abbandonare gli appartamenti, la costruzione di un ‘esoscheletro autoportante’, multifunzionale e abitabile, può attuare una vera e propria bonifica ecosistemica nelle periferie urbane, ormai con elevata densità abitativa, sfruttando le potenzialità di leggi e finanziamenti incentivanti per ampliamenti di cubatura, verde pensile, efficienza energetica e riuso dei rifiuti urbani.
Il corso di composizione architettonica Unimol è strutturato da 10 anni, proprio quando nacque la facoltà di ingegneria a Termoli, secondo la logica del team e del laboratorio strettamente legato alla ricerca, all’interdisciplinarità e all’innovazione, per impostare soluzioni praticabili da applicare ai temi più insidiosi che i giovani ingegneri dovranno affrontare nel prossimo futuro.
