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Liceo Fascitelli, ‘ricreazione’ finita per i politici: risposte certe o proteste a oltranza

ISERNIA. Si sentono traditi e sfiduciati, ma non mollano. La battaglia per riavere la sede della ‘loro’ scuola’va avanti, ma con una dovuta promessa: “Politici, non vi crediamo più”. Quanto meno a scatola chiusa.

Vogliono date certe, notizie precise, fatti circostanziati, documenti firmati. Per questo martedì mattina, 26 maggio, gli studenti del liceo classico ‘Onorato Fascitelli’ di Isernia, con una propria delegazione, parteciperanno a una diretta del Tgr Rai che, in onda alle 7.15 del mattino, mostrerà dall’interno la situazione dei lavori di messa in sicurezza della scuola. In quell’occasione, incontreranno di nuovo il presidente della Provincia Luigi Brasiello, accompagnato dal direttore generale dell’ente, Lino Mastronardi, dal consigliere provinciale delegato all’Edilizia scolastica, Sergio Sardelli, e da altri tecnici incaricati. Sarà tra tre giorni, dunque, che conosceranno la verità vera sulle sorti dello storico edificio di corso Garibaldi, chiuso ormai tristemente dal 2009.

Intanto, per tenere alta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, stamani sono scesi in piazza – erano circa un centinaio -‘armati’ di megafono e striscioni, per gridare forte il proprio disappunto (guarda la fotogallery in basso). Protestano perché vogliono una data certa sulla ‘restituzione’ della scuola alla sua destinazione naturale: quella di liceo. Sul punto, già nella giornata di ieri Brasiello aveva tentato un’opera di riappacificazione, recandosi dagli studenti per un incontro ufficiale e spiegando loro quanto fatto dal momento del suo insediamento in Provincia, nell’ottobre scorso. Il presidente ha riferito di aver dapprima cambiato, nuovamente, la destinazione d’uso dell’edificio – che con l’amministrazione Mazzuto era stato destinato a ospitare la biblioteca provinciale – e riconvertendolo ad uso scolastico. Un’azione, questa,  compiuta anche su sollecito proprio degli studenti, che avevano indetto una petizione, raccolto oltre mille firme e consegnato le stesse a Brasiello – che figura tra i sottoscrittori – per chiedere la riapertura della sede in tempi celeri.

Subito dopo, il presidente ha detto di esseri adoperato per risolvere il contenzioso sorto con la prima impresa affidataria dei lavori, che non era stata pagata e si era fermata. Rescisso il contratto, si è proceduto a far continuare il primo step delle opere a una seconda impresa. Attivandosi, nel frattempo, presso la Regione Molise per ottenere un finanziamento di circa 700mila euro e completare il tutto.

Concetti, questi, ribaditi stamani anche da Sardelli, che ha interloquito con gli studenti in rappresentanza della Provincia. “Non si poteva fare di più – ha spiegato il consigliere delegato all’Edilizia Scolastica – Anzi, a dimostrazione che non siamo stati a guardare, abbiamo anche predisposto gli atti di gara per il secondo step dei lavori nonostante la Regione Molise abbia sì firmato la determina di liquidazione del finanziamento che ci ha consesso, ma non abbia ancora emesso il mandato di pagamento, che dovrebbe arrivare entro pochi giorni. Da parte nostra, anzi, possiamo anche prevedere espressamente nel bando la massima celerità di consegna delle opere. Poi starà alla ditta rispettare i tempi se non vuol incappare nelle penali”.

Gli studenti, pur apprezzando gli sforzi dell’amministrazione provinciale, ovviamente non si sono accontentati. Diffidenti verso le troppe promesse ricevute in questi anni dalle varie parti politiche, vogliono essere loro a ‘dettare i tempi’: hanno aspettato fin troppo. Ora si parla di consegna dell’edificio tra la fine di dicembre e la fine di gennaio 2016. Ma una data più precisa si conoscerà solo martedì.

Intanto, il liceo classico – come evidenziato da alcuni degli studenti in corteo – rischia seriamente di sparire da Isernia. Per l’anno 2015/2016, infatti, si è formata una sola sezione. Una perdita progressiva di iscritti che la mancanza di una sede certa rischia soltanto di acuire. Per questo, senza il rispetto degli impegni che saranno assunti da parte delle istituzioni, la protesta non si fermerà, proseguendo, in ogni modo, anche nei mesi venturi. 

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