CASTELPETROSO. Si discuterà il prossimo 28 maggio il ricorso intentato dal Comune di Castlepetroso contro il piano scolastico regionale, che su indicazione della Provincia di Isernia aveva deliberato la soppressione della dirigenza del paese a favore di un centro permanente di istruzione per adulti a Isernia. Lo si evince dalla delibera n. 19 del 21 maggio scorso del presidente della Provincia Luigi Brasiello, con la quale l’ente si è costituito in giudizio per difeendere le proprie ragioni.
Lo scorso febbraio, durante l’assemblea dei sindaci in via Berta, il primo cittadino Fabio D’Uva, costretto a piegarsi alla legge dei grandi numeri, aveva annunciato il ricorso al Tar. A suo dire, la scelta del consesso era stata calata dall’alto su indicazione dell’Ufficio scolastico sulla base del numero limitato (450) degli alunni frequentanti l’istituto di Castelpetroso. Nessuno, tra l’altro, in quella sede aveva sollevato il problema che un’altra dirigenza numericamente a rischio fosse la terza di Venafro, sulla quale la partita della soppressione poteva essere ancora giocata.
Così, per tentare di evitare “l’ennesimo depauperamento dei piccoli comuni”, il sindaco di Pettoranello Andrea Nini, aveva lanciato una controproposta dal sapore quasi provocatorio, per consentire sì l’approdo del Cpia a Isernia, ma senza tagliare la dirigenza a Castelpetroso. La sua idea, in sostanza, consisteva nell’accorpamento delle scuole superiori di Isernia, istituendo due sole dirigenze scolastiche, comprendenti rispettivamente, da un lato ‘Cuoco’, ‘Fascitelli’ e ‘Majorana’ con sede amministrativa presso l’Istituto ‘Cuoco’, già titolare di un dirigente scolastico; dall’altro ‘Fermi’, ‘Mattei’ e ‘Manuppella’ con sede amministrativa presso il ‘Fermi’. La soluzione prospettata, secondo Nini, avrebbe consentito, nel prossimo futuro, anche di economizzare sulle spese di gestione (telefoniche, riscaldamento, manutenzione e tutto quanto a carico degli enti locali), potendo i locali pubblici già esistenti accogliere tutta la popolazione scolastica, liberando la finanza pubblica locale degli oneri relativi ai fitti per il Liceo scientifico e per altre scuole.
L’idea, però, era stata giudicata improponibile da Brasiello, il quale aveva sottolineato che il Liceo scientifico conta 900 iscritti e ha da poco istituito il Liceo sportivo. La proposta di accorpamento delle scuole superiori, a suo dire, avrebbe invece creato una megastruttura ingestibile. Inoltre Isernia, l’anno scorso, ha già rinunciato a quattro autonomie scolastiche, una delle quali in favore proprio di Castelpetroso. Parole che però non avevano certo convinto il sindaco D’Uva.
“Sopprimere una dirigenza a Castelpetroso – aveva detto – che sta completando la costruzione di una nuova scuola grazie a un finanziamento regionale, è grave due volte. Anche perché il numero di effettivi che frequenteranno il Cpia è tutto da vedere”. Di qui il ricorso, in cui D’Uva ha chiesto l’annullamento, previa sospensione cautelare, anche di tutti gli atti presupposti, consequenziali e comunque connessi, nella parte relativa all’operato della Provincia di Isernia e avverso le decisioni assunte dal presidente della Provincia in qualità di presidente della Conferenza dei sindaci, anche in relazione alla conduzione e all’ordine dei lavori assembleari e alle determinazioni sulle proposte da porre ai voti e su quelle, invece, da non sottoporre alla votazione dell’assemblea. Giovedì prossimo, la camera di consiglio per la discussione dell’istanza cautelare presso il tribunale amministrativo regionale.
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