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Convento celestiniano, appello di Izzo al vescovo

ISERNIA. Il segretario regionale della Uil-Beni e Attività Culturali e del Turismo, Emilio Izzo lancia un accorato appello al vescovo della diocesi Isernia-Venafro, Camillo Cibotti, per sensibilizzarlo sullo stato di abbandono e incuria in cui versa il convento celestiniano di via Santo Spirito, altrimenti noto come chiesetta della Sanità. Il sindacalista, dopo essersi congratulato con il presule per aver sospesola pratica dell’esorcismo in provincia, ha cercato di sensibilizzarlo ponendo l’attenzione sui monumenti, anche ecclesiastici, che spesso non sono valorizzati a dovere ma lasciati alla trascuratezza e al degrado. Un esempio è appunto il convento celestiniano, voluto da Pietro Angelerio e costruito tra il 1272 e il 1276 a ridosso dell’attuale centro abitato.
“La nostra città si onora di aver dato i natali – ha specificato Izzo – a Pietro Angelerio, assurto al trono papale col nome di Celestino V, in onore del quale in questi giorni si sono concluse le iniziative celebrative dell’anno celestiniano. In città, oltre alla chiesa che porta il nome del Papa Santo si ergeva e ne restano evidenti segni, il convento celestiniano, voluto proprio dal Papa”.
I resti della costruzione, come spesso accade, sono stati lasciati all’incuria del tempo e martoriati nel silenzio delle istituzioni locali, che si sono preoccupate solo dello sviluppo del centro abitato, piuttosto che della tutela dei monumenti cittadini. Anche i ruderi della chiesa annessa al convento, restaurati con fondi statali e affidati alla tutela del Comune di Isernia, rischiano di fare l’identica fine. Erbacce, rovi e spine stanno ricoprendo quello che resta degli antichi monumenti.
“Purtroppo dell’antico monastero – ha aggiunto il sindacalista – non resta traccia, i lavori ne hanno cancellato definitivamente ogni segno, appaiono invece incredibilmente e meravigliosamente evidenti i ruderi restaurati dallo Stato, della chiesa annessa al complesso monumentale. Il luogo, oggi, benché recuperato con fondi ministeriali e nonostante la sua natura decisamente ecclesiastica, attiene al patrimonio comunale e, come tale, dovrebbe essere tutelato e valorizzato. Ecco il secondo dramma! Nella città natale di Papa Celestino, quel luogo è meta solo e unicamente di incuria e di inciviltà, dove rovi, erbacce e foreste spinose la fanno da padrone, togliendo al sacro luogo di culto quell’ultimo barlume di civiltà passata”.
Benché negli anni l’impegno civico di Izzo lo abbia portato a sensibilizzare la popolazione locale sulla questione relativa alla tutela dei beni culturali, da parte del Comune di Isernia non c’è stata nessuna attività concreta per scongiurare l’abbandono del sito. Per tali ragioni, l’esponente della Uilbact si appella direttamente al Vescovo affinché appoggi la sua nuova battaglia.
“Negli anni ho provato a tenere iniziative – ha concluso Izzo – per sensibilizzare amici e cittadini al fine di ripulire quei luoghi e ridargli un poco di dignità, ma l’esempio non è servito per far sì che l’amministrazione comunale si adoperasse per inserire il sito tra quelli da custodire. Con monsignor Visco avevo stabilito un rapporto di sincera stima reciproca adoperandoci, ognuno per il proprio mandato, al fine di ridare speranze laiche e cristiane per questi beni di tutti. Fra qualche giorno sarò ancora una volta a protestare civilmente davanti ai resti del convento – qui l’appello di Izzo al vescovo – Sarei felice di vederla accorrere a sostegno dell’iniziativa, anche solo moralmente, per scrivere con lei una nuova pagina di sana laicità e sacra cristianità”.

FC

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