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‘Le pietre parlanti’: il Molise nascosto di Franco Valente all’Expo

MILANO. Il primo volume di un’enciclopedia del Molise nascosto vede la luce tra le mura dell’Expo 2015, l’esposizione universale che consacra anche la nostra regione tra i custodi di tesori inestimabili. Quei tesori che solo l’architetto Franco Valente, con il suo estro, la sua cultura e il suo amore sconfinato per la propria terra e le proprie radici, poteva raccontare coniugando a perfezione storia dell’arte e romanzo, mistero e narrazione.

Primo volume di un’opera omnia che già si annuncia monumentale, “Le pietre parlanti–San Giorgio di Petrella Tifernina”, è stato presentato ieri, sabato 18 luglio, presso il padiglione della Regione Molise ospitato all’Expo di Milano.

Accanto a Valente, il sindaco di Petrella Alessandro Amoroso, il parroco della splendida basilica di San Giorgio martire, don Domenico Di Franco, e il presidente della Regione Paolo Frattura. L’orgoglio del primo cittadino è legittimo: Petrella Tifernina, comune di 1.257 abitanti, varca i confini del Molise e assurge a protagonista di un libro sulle bellezze storico-artistiche al quale la presentazione nella cornice milanese conferisce ancor più significato e importanza.

“Siamo custodi di un gioiello esclusivo – ha detto Amoroso – che grazie anche all’impegno di don Domenico, principale ‘tutore’ del monumento, abbiamo intenzione di far conoscere in tutto il mondo. A tal fine, per l’occasione, è stata anche realizzata una bottiglia celebrativa di Tintilia, ‘Petraviva’, il cui ricavato sarà destinato per valorizzare la chiesa e promuovere territorio. Per questo il libro di Franco Valente, per noi, è la ciliegina sulla torta. Grazie alle sue pagine, le pietre petrellesi si trasformano in una voce che, spero, arrivi alle menti e ai cuori di tutti, soprattutto delle giovani generazioni”.

Quasi commosso, don Domenico spiega come la chiesa di cui si fregia di essere parroco rappresenti una perla inestimabile dell’arte romanica, tale da rendere incredulo il visitatore che la scopra, anche per caso. Un monumento unico di arte e di fede, a testimonianza che, anche in contesti piccoli e poveri, gli abitanti dei nostri borghi non erano secondi a nessuno in termini di fervore religioso.

“Questa regione vuole valorizzare comunità e professionalità locali facendo squadra – ha esordito il presidente Frattura – Vogliamo raccontare emozioni e suscitare curiosità nei visitatori: questo il messaggio che lanciamo. Franco Valente, da sempre innamorato della bellezza, con questa felice apertura di una collana, ‘Il Molise nascosto’, scandita in volumi monografici, ci porta dentro misteri mai completamente svelati di una terra che, nel silenzio, da sempre conserva intatta tutta la sua potenza. Con lui portiamo il Molise fuori dal Molise: una scommessa che Valente ci farà vincere, grazie alla sua sapienza scientifica assoluta, semplice nella forma, ma potente nei contenuti”.

Quando è il suo turno, l’architetto – come al solito – incanta gli ascoltatori: il suo volume, spiega, ripercorre la storia globale della basilica di San Giorgio a Petrella Tifernina attraverso la lettura dei suoi caratteri storici, architettonici e artistici, che vanno dall’epoca longobarda a tutto il Settecento, e si propone di sollecitare un’attenzione particolare al contesto regionale e del Meridione italiano in cui si colloca. Il suo è uno sguardo attento a uno tra i monumenti più intriganti del Molise, per la sua particolare anomalia spaziale, per la ricchezza delle elaborazioni figurative, per la grande quantità di elementi formali che attengono alla cultura europea del Medioevo, per l’atmosfera generale che influenza anche chi è all’oscuro delle sue vicende storiche.

“La chiesa – queste le sue parole – non nasce per il piacere di uno scultore, ma per una ragione teologica ben precisa, quella di seppellire i corpi dei defunti. Al di sotto della pavimentazione ce ne sono tantissimi. Chi entrava in quella chiesa aveva la sensazione di avere sotto i piedi le ossa dei propri progenitori. All’interno sono tanti i misteri, le domande cui ho cercato di dare una risposta. Mi riferisco ai significati di animali con due corpi e una sola testa, di uomini con le teste girate al contrario o ai capitelli tagliati a metà, forse a causa di un crollo della chiesa che portò ad accantonarli da qualche parte per poi ricollocarli non esattamente con la sequenza che avevano in origine. Il libro non risolve i tanti enigmi che esistono intorno alla basilica, ma è certamente l’occasione – ha concluso Valente – per rivolgere una rinnovata attenzione verso un monumento che è parte sostanziale della storia religiosa della nostra regione”.

Pasquale Bartolomeo

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