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Scarabeo: “Per i miei domiciliari c’è chi ha stappato bottiglie”

PRESENZANO. Dall’esilio campano, l’ex assessore Massimiliano Scarabeo, per la prima volta dopo l’arresto, si concede ai microfoni dell’Ansa. I giudici del Riesame dopo l’annullamento della misura cautelare hanno, però, disposto l’obbligo di dimora fuori dal Molise. L’esponente del Pd ha iniziato a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, non nascondendo che alcuni suoi avversari, ma anche compagni di coalizione, abbiano festeggiato il suo arresto.

“Per i miei domiciliari – dichiara Scarabeo – c’è chi ha stappato bottiglie di champagne, e questo è un fatto di dominio pubblico, ai piani alti di una clinica. Ma anche altri hanno fatto lo stesso”.
L’ex assessore è un fiume in piena ne ha per tutti, compresi i compagni di partito che avrebbero preso le distanze dopo i fatti del 23 giugno non difendendolo pubblicamente, nonostante le dimissioni immediate dalla carica in giunta e l’autosospensione dal partito appena ricevuta la misura cautelare.

“Non ho sentito Frattura, non mi ha chiamato. Credo – dice l’esponente del Pd – che l’addetto stampa del presidente della Regione sia stato eccessivamente precipitoso a inviare una nota pubblica in cui si chiedevano le mie dimissioni: ha fatto il suo dovere, è un ottimo professionista e giustamente si preoccupa del presidente, ma non serviva tanta fretta. Il primo atto che ho fatto è stato quello di dimettermi. Ho ritenuto poco opportuna anche l’uscita puritana del segretario del partito, Micaela Fanelli. Anche lei era al corrente delle mia sospensione, poteva dunque fare la presa d’atto e non serviva una sollecitazione”.

Il politico venafrano passa a parlare della questione tutta politica legata al Pd, o meglio a quella corrente che sulla scia delle primarie avrebbe eletto un segretario regionale che non rispecchia affatto la maggioranza del partito. E ci tiene a precisare che presto tornerà in politica non lasciando facile spazio elettorale ad altri concorrenti della provincia di Isernia.

“Noi abbiamo un partito – rincara la dose – che in questo momento è governato da chi non ha i numeri per poter governare. Sappiamo benissimo che la nomina di questo segretario regionale è venuta fuori attraverso una tornata elettorale delle primarie alquanto anomala, quando è stata data la possibilità a soggetti esterni al Pd di venire a votare. Con questo credo di aver detto tutto. Cercherò di portare a termine il mio mandato con maggiore e migliore attenzione, soprattutto occupandomi di questioni inerenti alla giustizia e legalità”.
Infine, Scarabeo ha voluto sottolineare, come già precisarono i suoi avvocati, che si difenderà nel processo e non dal processo, essendo certo di riuscire a dimostrare la sua completa estraneità ai fatti addebitatigli.

“Ho subito una misura cautelare in base solo a delle supposizioni – ha concluso – non ci sono elementi certi in merito ai fatti e alle intercettazioni. Si sono fatte ipotesi che non mi vedono coinvolto, per esempio un vecchio finanziamento che risale a quando non ero nemmeno consigliere regionale. Per quanto riguarda la cessione di ramo di azienda, poi, la mia struttura a fine 2014 ha revocato un finanziamento. E dico anche di più: le misure cautelari sono arrivate il 23 giugno e il giorno prima, il 22, l’azienda di famiglia aveva fatto l’adesione all’Agenzia delle Entrate di Roma”.

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