Pesche: stallo sul bilancio, “inopportuna strumentalizzazione”

PESCHE. Una lettera aperta sulla nota vicenda del bilancio di previsione, finita in pareggio pochi giorni fa in sede di voto, con il sindaco Ido De Vincenzi in bilico a pochi mesi dalla fine del mandato. A parlare, allo scopo di fare chiarezza tra i propri concittadini, l’ex assessore Pietro Travaglini, uno dei due cosiddetti dissidenti al Comune di Pesche. A poche ore da un Consiglio comunale decisivo, insomma, appare sempre più in salita la strada per il primo cittadino, che potrebbe terminare il mandato in anticipo con l’arrivo del commissario prefettizio.

“Gli ex membri della maggioranza definiti ‘dissidenti’ e ‘irresponsabili’- si legge nella missiva – sono Pietro Travaglini, che non condividendo l’azione politica intrapresa dall’amministrazione capeggiata dal sindaco De Vincenzi, da subito, dopo soli nove mesi dall’insediamento, rimise il mandato di assessore, e Domenico Zullo, vicesindaco fino a qualche mese fa. Ciascun ‘dissidente’, secondo coscienza e conoscenza, ha ritenuto di dover esprimere motivato parere in merito a un piano triennale delle opere pubbliche che non è stato condiviso, unitamente alla minoranza. Le più accreditate interpretazioni rinvenute intorno al termine ‘dissidente’ sembrerebbero essere: ‘Colui che non si uniforma alle idee o alla prassi di una maggioranza’, oppure ‘chi si pone in forte contrasto con l’ideologia del sistema’. In entrambi i casi, se essere persone con capacità critica e autonomia di giudizio porta ad essere etichettati come dissidenti, nella fattispecie è un onore essere definiti in tal modo, in quanto le sane e costruttive rivoluzioni sono partite appunto da dissidenti e non da persone vocate al mero compiacimento o ad altri aspetti che volutamente è opportuno evitare di trattare in questa sede. Veniamo al merito, cercando di esplicitare i punti discussi nella seduta consiliare che ha visto la mancata approvazione del Bilancio preventivo e che sono connessi al piano triennale delle opere pubbliche.

Il finanziamento di 250.000,00 euro relativo al recupero di immobili comunali al solo fine di migliorarne l’efficienza energetica. Parliamo di un edificio nel centro storico su più livelli destinato, da quanto si è appreso, probabilmente a un centro sociale. Bene, nulla osta all’iniziativa come finalità sociale, sfugge solo un piccolo dettaglio. Si andrebbero a spendere 250.000 euro in varie opere per il solo miglioramento energetico non raggiungendo mai la giusta finalità sociale. Tale intervento purtroppo non renderà mai agibile l’edificio, in quanto non sono rispettate attualmente le norme per l’accessibilità da parte dei diversamente abili. Ciò significa che se in futuro non sarà possibile realizzare altri lavori per rendere lo stabile agibile, la somma spesa per il miglioramento energetico sarà stata inutilmente investita e l’edificio resterà inutilizzato. Questo è amministrare il denaro pubblico correttamente? Si lascia libera interpretazione ai lettori. Sembra più la logica del ‘prendiamo comunque ciò che capita e poi si vede’. Questo atteggiamento, a sommesso parere dei ‘dissidenti’ denota una mancanza di programmazione e una visione forse poco corretta di cosa è giusto e corretto fare, con il denaro pubblico.

Il finanziamento di 3,5 milioni di euro per la realizzazione del miglioramento del sistema idrico integrato mediante la realizzazione di un sistema fognario separato; su tale opera nulla hanno contestato i dissidenti né la minoranza consiliare. Certo fa riflettere l’affermazione del sindaco, secondo il quale tale opera “consentirà di eliminare ogni forma di inquinamento nelle sorgenti del San Martino”; forse è solo una svista nell’enfasi del suo argomentare. Diversamente, sarebbe molto grave l’ammissione di responsabilità in una qualche misura dell’inquinamento delle predette sorgenti.

Il contributo di 1,3 milioni di euro. Questo è l’argomento che merita una maggiore attenzione, anche per il clamore mediatico che si sta dando volutamente alla questione, nella convinzione forse, che chi è deputato all’assunzione delle decisioni e di certe responsabilità, possa esserne influenzato. Nel caso in esame è necessario rimanere distaccati da certi meccanismi, in particolare per chi non vive di politica o per la politica. Se è vero che quando si parla di scuola si accendono gli animi anche di chi ha ignorato per anni tale problema, è da notare che in democrazia ci si confronta anticipatamente sulle tematiche importanti, e non si cerca, invece ,di imporre le proprie scelte a chi ha chiarissimo il problema ed è certo delle sue argomentazioni e per questo è libero di dissentirne. L’edificio scolastico risale agli anni ’60 e rappresenta il prototipo di edificio di quegli anni. Ora, senza entrare nel merito dell’impatto estetico, a dir poco devastante, che questo edificio ha avuto per l’intero centro storico e della mancanza assoluta dei livelli minimi di funzionalità, che invece gli edifici destinati a tale scopo devono necessariamente avere, soprattutto in una società moderna, è opportuno notiziare i cittadini di Pesche di alcune circostanze e lasciare agli stessi le proprie considerazioni. Già negli anni passati, sullo stesso edificio è stato speso oltre un milione di euro senza risolvere il problema della vulnerabilità sismica. Lo scorso anno la Giunta comunale ha deciso un intervento sullo stesso fabbricato di altri 192.309,94 euro per lavori di manutenzione, in particolare sui servizi igienici e altre opere minori, si badi bene, su un edificio inagibile.

Tutto ciò non può che apparire anormale ai lettori. In ragione di ciò, per chi ha la responsabilità di controllare la destinazione data alle risorse pubbliche, tali scelte politiche non sono accettabili. Lo scorso anno, in sede di approvazione del bilancio preventivo all’approvazione del piano triennale opere pubbliche, vi furono due voti contrari della maggioranza, da parte dei consiglieri Travaglini e Caranci con l’astensione dell’intera minoranza. Già dallo scorso anno il Consiglio si trovò a dover affrontare il dissenso a iniziative non definitive sui lavori da eseguire sull’edificio scolastico. Nel fare un plauso al primo cittadino per la capacità di aver reperito il finanziamento di 1.100.000,00 euro, non si può evitare di rilevare che nuovamente la scelta progettuale – che prevede la messa in sicurezza dell’immobile mediante l’esecuzione di interventi di adeguamento sismico simili a quelli utilizzate al liceo Fascitelli di Isernia (lavori fermi ormai da anni per motivi che tutti conoscono) – sia una scelta parziale e non definitiva, che non consentirà nel breve periodo di poter utilizzare la struttura per l’uso al quale dovrà essere destinata. L’ultima asserzione nasce dalla consapevolezza che in futuro l’ente ritiene di dover richiedere di un ulteriore finanziamento di 400.000 euro, si presume per il completamento delle opere. Dalle informazioni assunte sembrerebbe che l’edificio, senza questo ulteriore finanziamento, non sarebbe di fatto né utilizzabile né funzionante.

Chi oggi si erge a vittima di non si sa quale macchinazione o peggio di ipotetici ribaltoni, omette di segnalare ai cittadini che il diniego a questo specifico intervento ha radici profonde ed è stato ampiamente discusso, nel passato e in ogni sede possibile, fino all’ultimo Consiglio comunale. La posizione di chi dissente è chiara e inequivocabile. Si ritiene che per il bene comune e per evitare inutile dispendio di denaro pubblico senza raggiungere la meta auspicata da tutti, quella di avere una scuola con la S maiuscola sicura e funzionale, sarebbe stato più logico fare un diverso intervento, magari demolire e ricostruire ex novo, magari con un preventivo accordo con l’Autorità di Bacino. Sulla fattibilità in ordine alla demolizione e ricostruzione è stata inoltrata formale richiesta al responsabile sia dell’ufficio tecnico che dei lavori pubblici, ma per ora non si è avuto riscontro; eppure sembravano tutti certi, nell’ultimo Consiglio comunale, del fatto che ciò non fosse possibile. Eventualmente si poteva ipotizzare di delocalizzare la scuola in altro sito, con una chiara e trasparente programmazione politica e non improvvisata al momento.

Ai cittadini di Pesche in futuro spetterà un difficile compito, quello di capire se possa essere chiamato irresponsabile chi oggi contesta l’impiego di denaro pubblico nell’investimento (per come è programmato) su un edificio che alla fine dei lavori, dopo un certo numero di anni, comporterà la dispersione di circa tre milioni di euro totali (tra quanto speso e quanto dovrà spendersi) e che, anche nel caso in cui si riuscisse un giorno a renderlo sicuro sismicamente, non avrà mai livelli soddisfacenti di funzionalità. Va anche considerato che, come in tanti altri casi, per i lavori di tale fatta, si preventiva un importo per poi arrivare a cifre totalmente diverse.

Infine per memoria storica, va ricordato alle mamme di Pesche che chi ora si erge a paladino della ricostruzione, all’inizio del suo mandato, aveva in animo di spostare la scuola a Isernia, riferendo alla giunta che l’edificio di Pettoranello di Molise, che ospita attualmente i bambini di Pesche, non aveva i requisiti basilari. Inesattezza che proprio il ‘dissidente di oggi’, l’ex assessore Travaglini, accertò e che consentì ai bambini di evitare lo spostamento a Isernia.

Un’ultima precisazione: il fitto della scuola ammonta a 12mila euro e non 120mila. Il sindaco ancora una volta fa confusione, ma per fortuna le cifre sono consultabili negli atti presso la sede comunale.

Per concludere, l’augurio è che queste precisazioni possano essere utili a quanti confusi, o peggio manipolati, hanno a cuore il corretto amministrare.
Agli ostinati si ribadisce definitivamente che tale posizione di disaccordo è esclusivamente nel merito è nell’esclusivo interesse del bene pubblico, non ritenendo di aver tradito alcuno per la fiducia concessa e cercando di espletare al meglio il mandato ricevuto, con la serenità di chi crede di operare nel modo giusto”.

Pietro Travaglini