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Caporalato, in 47 sfruttati sui campi di Sesto Campano: maxi operazione della Forestale

SESTO CAMPANO.  Emergenza caporalato anche in Molise. Alle 12.30 circa di oggi, a seguito di una segnalazione ricevuta, il Comando provinciale della Forestale di Isernia si è recato a Sesto Campano, in località Ponte Nuovo. Qui la scoperta: ben 47 braccianti stranieri – probabilmente bulgari –  impegnati nella coltivazione di un campo di fagiolini.

Dopo qualche piccola resistenza iniziale, si è proceduto alle operazioni di identificazione, rese difficoltose dal fatto che solo due braccianti – donne, per la maggior parte – sono stati trovati in possesso di documenti di identità. Tuttavia, sul posto è stato rinvenuto un furgone dalla targa bulgara sul quale la Forestale – coadiuvata dalla polizia Scientifica di Isernia, intervenuta per il fotosegnalamento, e dai carabinieri della Compagnia di Venafro, presso la quale sono tuttora in corso le operazioni di riconoscimento – sta effettuando una serie di rilievi prima del sequestro, che scatterà di certo nelle prossime ore. Probabile, pertanto, che la maggior parte di essi siano di nazionalità bulgara. Secondo gli agenti della Forestale, sul posto sarebbe stata notata la presenza di un secondo furgone, riuscito tuttavia ad allontanarsi prima del blitz.

Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che il terreno appartenesse a un residente in zona il quale, recentemente, lo aveva ceduto dietro compenso a un soggetto originario di Mondragone, nel Casertano.  Da questa località, infatti, avrebbe avuto origine il caporalato, anche se il campano, per ora, avrebbe respinto ogni addebito, sostenendo che l’onere della raccolta dei fagiolini non fosse affatto a suo carico.

La Forestale ha scoperto anche una fattura dell’importo complessivo di 2mila euro, sulla quale sono ancora in corso verifiche presso gli uffici dell’Inps. Se quanto dichiarato nel documento fiscale corrispondesse in realtà alla paga dei lavoratori nei campi, la prova dello sfruttamento sarebbe inoppugnabile.

Nel corso di quest’estate il Sud Italia è stato funestato da episodi di caporalato sfociati nella morte di vari  braccianti; il 13 luglio, infatti, Paola Clemente, una donna di 49 anni, è morta stroncata da un malore in Puglia, durante il lavoro nei vigneti. “Trattasi di una vera e propria mafia – ha dichiarato il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ – una mafia sempre più estesa da combattere e debellare velocemente”. Ultimo episodio pochi giorni fa nel Foggiano, ancora ina fase di accertamento: un giovane bracciante del Mali sarebbe deceduto a seguito di un infarto durante il lavoro nei campi e il suo corpo, senza vita, sarebbe poi stato poi occultato dai caporali.

Ora, tristemente, anche il Molise sembra conoscere da vicino questa piaga, forse per la prima volta.


Fr.Ci.

 

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