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Brasiello lascia la politica. Ma accusa il Pd

di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Il suo commiato è di quelli dal sapore amaro. Ma non c’è solo delusione nelle parole dell’ex sindaco di Isernia, Luigi Brasiello. C’è anche rabbia per essere stato ‘sfiduciato’ sul bilancio da sette consiglieri della sua stessa maggioranza. A circa mezz’ora dal voto decisivo, Brasiello parla di “colpo mortale inferto alla città” e punta il dito contro il Pd, ritenuto il principale responsabile della fine prematura dell’amministrazione comunale. Ipotizza scenari preoccupanti nell’intero centrosinistra regionale. Lamenta una regia occulta dietro la scelta folle del commissariamento, di cui la popolazione dovrà essere messa a conoscenza. Lancia quasi un anatema, nei confronti dei dissidenti, che si porteranno dietro per tanto tempo la responsabilità di quanto fatto. Ma, soprattutto, auspica decisioni forti, da parte di quel Partito Democratico isernino che, di fatto, lo ha prima eletto alle Primarie nel 2013 per poi buttarlo a mare, neanche due anni e mezzo dopo.

Sindaco Brasiello, è finita nel modo in cui non voleva. Lei aveva fatto un appello al centrodestra e ai dissidenti ad andare avanti per il bene della città. Perché questo appello, secondo lei, non è stato accolto?

“Io avevo definito la decisione di non votare il bilancio da parte dei sette una scelta scellerata. Devo dire, invece, che è di più: è totalmente folle. Secondo me, non si sono resi conto del colpo mortale che hanno inferto alla città di Isernia. Io credo che se lo porteranno dietro per tanto tempo e mi auguro che i cittadini capiscano del male che hanno voluto a questa città. È una decisone che si rifletterà inevitabilmente su tutto il centrosinistra. Credo che dietro tale decisione ci sia anche una regia occulta”.

Quali i nomi di questa regia occulta?

“Non ho fatto nomi ma, se deciderò di farli, li comunicherò nei prossimi giorni. Credo che queste persone che pensano di conoscere e di poter fare tutto devono venire fuori, perché la gente deve sapere”.

Leva, Ruta, Fanelli e Frattura, in questi giorni, non si sono particolarmente spesi per difendere la sua amministrazione. Perché questo, secondo lei?

“Non è una questione di difesa. Io non ho bisogno di avere balie da nessuno. Le cose me le sono riguardate io. La politica mi ha insegnato che i panni sporchi non solo si lavano in famiglia, ma le soluzioni bisogna vedersele personalmente. Credo che ci sia un problema serio, ma molto serio nel Partito Democratico che governa questa città e che dovrà prendere delle decisioni forti. Quello che è accaduto qui a Isernia, che è un capoluogo di provincia e non un paese, con tutto il rispetto per i paesi, credo che si riverbererà fortemente su quelli che sono gli equilibri, a livello regionale, del Pd”.

Questo significa che Frattura rischia seriamente di indebolirsi. Invece il territorio di Isernia, senza il sindaco e il presidente della Provincia?

“E’ incredibile. Tra l’altro è accaduto anche in un momento di totale di difficoltà e con l’arrivo della cattiva stagione. Io penso che la scelta, peggio di così, non potesse essere. Anzi, io mi auguro che il commissario, quando verrà, potrà operare bene, potrà fare del bene alla città. Me lo auguro veramente con tutto il cuore. Ma so che alcuni progetti che avevamo messo in cantiere e che stavano, finalmente, per vedere la luce perché adesso avremmo potuto raccogliere dei risultati, sono stati buttati a mare”.

Quando si candidò due anni fa lei fu particolarmente abile a mettere insieme delle liste dove pescò sia dalla società civile che dall’ex centrodestra. Oggi come oggi, le rifarebbe ugualmente?

“Le rifarei senza determinati soggetti. Mi sono accorto oggi che quelle liste dovevano essere forse amalgamate meglio. Non puoi mettere persone così, ‘tanto per’, nelle liste. Le persone vanno valutate, ascoltate e conosciute, soprattutto. Ecco, quando non c’è la conoscenza personale diretta, poi possono capitare queste cose. Quindi le rifarei, ma in maniera diversa”.

Cosa farà politicamente da domani, Luigi Brasiello?

“Da domani (oggi, ndr) torno a fare quello che facevo prima con grande entusiasmo. Poi, politicamente, non ne ho la minima idea. Oggi io e la politica siamo distanti anni luce, mi butterò a capofitto nel mio lavoro e poi vedremo”.

Una situazione analoga a Isernia è accaduta qualche giorno fa a Pesche, dove tuttavia il sindaco Ido De Vincenzi, sfiduciato anche lì da due componenti di maggioranza, ha già annunciato la sua ricandidatura. Lei che farà?

“No, no. Ha un bel coraggio il sindaco di Pesche! Io non ci penso minimamente”.

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