Benedetta Monaco: “No al potere in mano di pochi”

ISERNIA. Suo padre, con ciò che ha deciso di fare, non c’entra. La scelta è stata ragionata, pesata. E causata da un malessere che, in due anni, l’ha visto messa ai margini, nonostante volesse dare il proprio contributo e mettere a disposizione le proprie competenze. Benedetta Monaco, ex consigliera del Pd al Comune di Isernia e presidente della commissione Bilancio, tra i sette dissidenti che hanno disarcionato il sindaco Luigi Brasiello, motiva il suo con un appassionato intervento su Facebook. A cominciare dal ruolo di suo padre, Antonio Monaco, sindaco di Capracotta e aspirante presidente della Provincia, prima che Brasiello scendesse in campo rivendicando la candidatura: ininfluente, su quello che è accaduto, perché lei ragiona con la propria testa.

“Ho iniziato la mia esperienza politica al Comune di Isernia – dichiara – candidandomi tra le fila del Partito Democratico. La mia scelta parte dalla mia storia familiare per arrivare a un percorso individuale che ha portato a riconoscermi nel Pd per i valori e gli ideali in esso contenuti. Sono sempre stata una donna di sinistra interessata al rinnovamento della politica, attraverso la costituzione di una nuova classe politica aperta alla società civile. Ho maturato questa idea esponendomiin prima persona a critiche e giudizi con la speranza di dare ai giovani di Isernia, come me, demotivati e scoraggiati, che ormai non hanno fiducia nel futuro e temono un destino di precarietà e insicurezza, un segnale importante che si può cambiare, che si può costruire quella classe politica che tutti desideriamo solo grazie a noi, che non resti più nei palazzi e che dia a tutti noi una risposta rendendoci orgogliosi”.

“La realtà, purtroppo, è del tutto diversa – constata la Monaco – La vecchia classe politica è chiusa e non permette di far entrare il ‘nuovo’ o meglio, proclama il cambiamento e lo svecchiamento, ma non lo accetta e decide di andare avanti senza sfruttare le competenze messe a disposizione, senza condividere le scelte e senza una discussione costruttiva e produttiva nel solo e unico interesse della collettività.
Questo è quanto accaduto negli ultimi due anni al Comune di Isernia. Dal momento in cui ho dato voce alle mie idee, ho espresso le mie opinioni e ho palesato le mie visioni, cose che hanno chiesto i miei elettori nel maggio 2013, sono stata isolata e poco considerata”.

“Mi sono ritrovata a subire giudizi sterili e offensivi sulla mia persona, sulla mia famiglia e sul mio lavoro da persone che poco sanno della mia vita e della mia voglia di fare. Non mi sono mai permessa di giudicare gli altri – aggiunge l’ex consigliera Dem – rispettando il lavoro svolto da ogni mio ex-collega, cosa che purtroppo non è avvenuta nei miei confronti, confondendo la mia figura con quella di mio padre. Uomo che mi ha dato tanto, che mi ha aiutato nei momenti difficili della vita, che mi ha sostenuto laddove ho chiesto il suo aiuto, ma che non ha mai imposto il suo volere attraverso la mia posizione politica. Chi mi conosce sa che sono una persona determinata e abbastanza testarda. Sono stata definita una folle: se vado ad approfondire la definizione della stessa, indica genericamente una condizione che identifica una mancanza di adattamento che si esibisce nei confronti della società. Beh, sono proprio questo – conclude la Monaco – Non mi adatterò mai a questo modo di far politica, a questo modo di amministrare con il potere in mano di pochi. Un’autentica utopia”.