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Regioni del Sud: fronte comune contro lo ‘Sblocca Italia’ per le trivellazioni in mare

BARI. Dopo il movimento politico ‘Possibile’, fondato da Pippo Civati ex deputato PD, che ha lanciato in questi giorni la raccolta firme per chiedere l’abrogazione del cosiddetto ‘Sblocca Italia’, anche i presidenti di sette regioni del Sud Italia (Puglia, Molise, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Sardegna e Sicilia) e delle Marche si sono dichiarati contrari alle trivellazioni ‘selvagge’ nel mare Adriatico e Ionio autorizzate proprio da tale decreto. L’annuncio è arrivato al termine di una riunione svoltasi ieri alla fiera del Levante di Bari, a cui hanno preso parte tutti i governatori e l’assessore all’ambiente delle Marche in rappresentanza del presidente. La scelta deriva dalla convinzione dell’incostituzionalità del provvedimento varato dal Governo Renzi. La Costituzione, infatti, stabilisce che si possa chiedere un referendum abrogativo qualora lo facciano 5 Consigli regionali, quindi, a meno di sorprese, i cittadini potranno esercitare la loro facoltà di scelta sul tema delle trivellazioni.

“Abbiamo deciso – ha sostenuto Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia – di proporre l’approvazione, da parte dei Consigli regionali, di delibere che chiederanno l’indizione di un referendum per l’incostituzionalità di alcune norme che consentono le ricerche e le trivellazioni minerarie nel nostro mare”. Una iniziativa congiunta, che a memoria non si ricorda, ma che suona come un preciso avvertimento a Renzi, troppe volte accusato di essere sordo ai bisogni e alle esigenze dei cittadini. Un ammonimento da parte di chi ancora viene eletto direttamente dal popolo e ad esso deve risponderne rispetto al proprio operato. Senza dimenticare che, tra l’altro, la Costituzione demanda proprio alle Regioni la potestà legislativa in materia di energia, ambiente e programmazione economica.

“Non una impugnativa dello ‘Sblocca Italia’ – ha precisato, infine, Emiliano – ma solo di quelle parti che consentono queste attività. Non vogliamo bloccare l’attività del Governo o il suo indirizzo energetico, ma fare in modo che venga condiviso da tutti attraverso un atto di leale collaborazione, con il quale i governi regionali fanno valere le loro visioni strategiche sul futuro economico, turistico e ambientale delle loro regioni”. Dalle promesse d’intenti del recente incontro termolese, in cui gli stessi rappresentanti degli enti locali si erano detti contrari alla legge governativa, si passa ora ai fatti. Difatti, già oggi l’assise della Basilicata discuterà il provvedimento e entro la fine del mese lo faranno le altre Regioni.

Francesco Clemente

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