Giornata del fuoco, Milano stregata dalla ‘Ndocciata’

MILANO. Solo i presenti potranno testimoniare lo straordinario successo di pubblico che ha accolto la ‘Giornata del fuoco’, una delle manifestazioni rientranti nel calendario degli eventi fuori porta dell’Expo di Milano.

Uno spettacolo unico, quello andato in scena ieri nell’affascinante cornice della nuova Darsena di Milano, alla presenza delle istituzioni lombarde e molisane e dei tanti cittadini e turisti – circa 50mila – accorsi per l’appassionante manifestazione. Un evento che ha lasciato attoniti gli spettatori accorsi in massa sui Navigli per ammirare le ‘ndocce’, le alte fiaccole che, nell’antica tradizione agnonese, ogni contrada cittadina porta in spalla lungo le strade del borgo altomolisano l’8 e il 24 dicembre.

A dare il via al corteo del fuoco, come tradizione vuole, è stato il rintocco della campana dell’Expo, dono della Regione Molise e della Pontificia Fonderia Marinelli alla città di Milano, issata su una struttura in ferro. Una straordinaria creazione, quella del millenario opificio agnonese: oltre 850 chili di bronzo, su cui sono raffigurati gli stemmi della città di Milano, Agnone e della Regione Molise, oltre all’effige di San Francesco Caracciolo, morto proprio nella città altomolisana e patrono di tutti i cuochi d’Italia. Senza dimenticare la raffigurazione della ‘Canestra di frutta’ di Caravaggio e ‘l’Ultima Cena’ di Leonardo Da Vinci, due capolavori custoditi proprio a Milano.
Ebbene, proprio il primo rintocco del sacro bronzo ha annunciato l’accensione delle ‘ndocce’ che hanno illuminato i 500 metri del percorso meneghino.
La sfilata delle grandi torce d’abete ha visto partecipare, a Milano, 135 portatori con 550 torce, per far rivivere uno dei più grandi riti al mondo del fuoco.

Migliaia di turisti e milanesi sono stati attirati da questi grossi ventagli infuocati che hanno destato grandi curiosità e stupore. Infatti, in tanti all’inizio non riuscivano a capire cosa fossero: avevano forse pensato si trattasse di giocolieri e comunque volevano conoscere nei dettagli l’antica tradizione molisana. I rappresentanti delle contrade agnonesi, ‘Capammonde’, ‘Capabballe’, ‘Guastra’, ‘Sant’Onofrio’, ‘Colle Sente’ e ‘San Quirico’, avvolti nei loro mantelli di lana, con le camicie di panno, foulard al collo per distinguere i vari rioni, pantaloni e scarponi stretti dai lacci sui polpacci e sotto i grandi cappelli calati sulla fronte, hanno letteralmente stregato i presenti. E’ stata un’esibizione indimenticabile con il riflesso delle fiamme delle ‘ndocce’ nei Navigli, che ha portato Agnone e le sue tradizioni dinanzi al grande pubblico della metropoli italiana per eccellenza. Fino ad arrivare alla fine del percorso, quando le ‘ndocce’ sono state accatastate per il grande ‘falò della fratellanza’, proprio ai bordi della Darsena.

“Stasera (ieri, ndr) – ha commentato il presidente della Regione Molise Paolo di Laura Frattura  -abbiamo rivissuto l’emozione di un nuovo capitolo del racconto che abbiamo costruito per il Molise ad Expo attraverso i quattro elementi primordiali. Qui sulla Darsena è andato in scena il grande spettacolo del fuoco legato alla storia, alla sapienza e alle devozioni più antiche del nostro Molise. L’entusiasmo e lo stupore che attorno a noi abbiamo colto e cogliamo ancora, a conclusione della serata, per la processione in onore di San Francesco Caracciolo, santo patrono dei cuochi, per la benedizione della campana donata al Comune di Milano e la ‘Ndocciata di Agnone non può che farci piacere e caricarci di nuovi stimoli nel mostrare al mondo la bellezza del Molise, e per spingere chi non ci conosce a venire a visitarlo. Oggi a Milano, possiamo dirlo, siamo riusciti nell’intento. Un grazie sincero a tutti coloro che hanno reso possibile un ‘trasloco’ dal Molise alla Lombardia di riti unici, un’esperienza importante in termini di conoscenza e promozione del nostro territorio e intensa di emozioni, nostre e di chi ha ammirato in tutte le sue forme la bellezza del fuoco molisano”.

La speranza è quella di essere riusciti davvero ad incuriosire i turisti, per poter far conoscere ed emergere un pezzo del Molise, una piccola regione quasi sconosciuta ai più, e le sue peculiarità e bellezze.