CAMPOBASSO. Al giuramento del 193° corso, che si è tenuto questa mattina presso la scuola di polizia ‘Giulio Rivera’ di Campobasso, ha partecipato il capo della polizia Alessandro Pansa. Una visita importante da parte della massima autorità del Corpo, che in Regione non si verificava da circa 30 anni.
Il prefetto Pansa, dopo aver passato in rassegna i 132 allievi del corso, ha assistito al giuramento e premiato quelli che si sono distinti nel periodo di formazione. Nel suo discorso ai presenti Pansa ha voluto lanciare un messaggio di augurio e rassicurazione a tutti, allievi, agenti e famiglie. Un apprezzamento lo ha rivolto anche alla popolazione locale, definendola onesta, rispettosa dei valori dello Stato e collaborativa con le forze dell’ordine. Immancabile è stato anche il riconoscimento dell’importante compito svolto dalla ‘cittadella della legalità’. E cioè da questura, polizia stradale e Scuola allievi, un unicum utile a garantire una efficace preparazione degli agenti.
“La presenza della scuola – ha dichiarato Pansa nel suo discorso – costituisce un oggettivo rafforzamento del presidio di legalità sul territorio, in quanto ubicata all’interno della stessa struttura che ospita gli uffici della questura e della polizia stradale, dando luogo ad una vera e propria cittadella della sicurezza in cui si fonda, con indubbia efficacia, la dimensione operativa nel momento della formazione. Ma la prova più tangibile di quanto sia stretto il legame tra la scuola e la città di Campobasso è l’entusiasmo che ogni anno, al termine dei 9 mesi di corso, circonda gli allievi che si accingono a prestare il loro giuramento di fedeltà alla Repubblica. Ciascuno dei quali, una volta lasciato il Molise per raggiungere la propria sede di servizio, tenga sempre vivo il ricordo dei 9 mesi trascorsi all’ombra del castello Monforte”.
Dopo il ‘rompete le righe’, concesso ai nuovi agenti in prova, l’attenzione della stampa locale ovviamente era tutta rivolta sugli effetti che il decreto di riorganizzazione dell’amministrazione dell’Interno avrà sulla provincia di Isernia e sul Molise. Sull’argomento, Pansa ha tentato di rassicurare la popolazione locale, preoccupata per la chiusura degli ultimi presidi di legalità sul territorio. Isernia, ha detto, continuerà ad avere il suo presidio di sicurezza, che non si chiamerà più questura, bensì distretto o probabilmente commissariato. In buona sostanza la riorganizzazione ci sarà, ma non dovrebbe, a detta del prefetto, interessare il numero di uomini attualmente presenti sul territorio, ma solo farli lavorare in modo migliore. Dunque, se come affermato dal capo della polizia cambierà solo il nome del presidio ma gli uomini rimarranno numericamente gli stessi, quale sarebbe il risparmio per le casse pubbliche? Una giustificazione che francamente cozza con la ratio del decreto di riordino, che prevede un risparmio di 100 milioni di euro dall’attuazione dello stesso.
“La questura di Isernia, forse – ha spiegato il prefetto ai microfoni della stampa locale – non si chiamerà più in quel modo. E’ indubbio che stiamo attraversando un periodo di riorganizzazione che riguarda tutte le forze dell’ordine, che passa anche per il processo di assorbimento della Forestale. L’importante è che si capisca che il meccanismo non va a ridursi ma a razionalizzarsi. Poi se si chiamerà questura o distretto cambierà poco. Ma la realtà è che noi avremo sul territorio, quando questo si realizzerà con tutti i tempi necessari, forze di pari numero ma meglio utilizzate”.
La speranza è che il viaggio di Pansa in Molise non sia il preludio, scelto dal governo Renzi, per indorarci la pillola amara e fare il gioco delle tre carte.
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