HomeNotizieCRONACATangenti a Pizzone, rinvio a giudizio per ex sindaco e imprenditore

Tangenti a Pizzone, rinvio a giudizio per ex sindaco e imprenditore

ISERNIA. Sono stati rinviati a giudizio con le accuse di corruzione ed evasione fiscale l’ex sindaco di Pizzone Michele Cozzone e l’ingegner Giovanni Farrocco, imprenditore di Cerro al Volturno. Lo ha deciso pochi giorni fa il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Isernia, fissando la prima udienza dibattimentale al prossimo 13 gennaio. Il processo fu evitato una prima volta nel giugno 2014, quando il gup Elena Quaranta accolse l’eccezione di nullità sollevata dall’avvocato Arturo Messere, cui si accodarono anche i legali Marco Franco e Giuseppe Stellato, inerente alle richieste di rinvio a giudizio e all’avviso di conclusione indagini. Un atto, quest’ultimo, mai arrivato alla società di Cerro al Volturno presieduta dall’imprenditore Farrocco, tanto che l’azienda edile, difatti, non aveva nemmeno nominato un legale a propria difesa. Saltata l’udienza, il pubblico ministero ha dovuto riformulare le richieste di rinvio a giudizio. L’operazione ‘Aurora’, condotta dalla Guardia di Finanza di Isernia sotto la direzione del procuratore capo della Repubblica presso il tribunale pentro Paolo Albano, che ha diretto personalmente le indagini, ha portato alla luce presunte tangenti mascherate da sponsorizzazioni calcistiche per 716mila euro; appalti affidati per dieci anni alla stessa ditta – a detta degli inquirenti, in assenza di qualsiasi concorrenza e in spregio dei principi costituzionali di buon andamento della Pubblica Amministrazione – per 3,4 milioni di euro; asseriti danni erariali nei confronti del Comune di Pizzone – di soli 300 abitanti – per 895mila euro. Il “complesso sistema corruttivo”, per usare l’espressione della procura, sarebbe stato messo in piedi dal 2001 al 2011. Nei confronti dell’ingegnere Farrocco, colpito inizialmente da una misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale pentro, le Fiamme Gialle disposero un sequestro in via preventiva di un credito di 500mila euro vantato verso la Regione Molise per una serie di lavori eseguiti. Già in precedenza le attività investigative sfociarono in diversi sequestri per equivalente, sia nei confronti dei due accusati che in quelli della società, fino alla concorrenza di circa 900mila euro. I due accusati hanno sempre respinto ogni addebito e contano di dimostrare le proprie ragioni nel corso del dibattimento.

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