La ‘voglia di vitalizi’ fa rumore. Il Molise torna alla ribalta nazionale

CAMPOBASSO. Nel momento che viviamo, dove ci sono giovani che rischiano di non percepire la pensione, era inevitabile che la delibera sulla reintroduzione dei vitalizi sotto forma di sistema previdenziale, adottata di recente dal Consiglio regionale del Molise, facesse rumore. E così qualche giorno fa a Campobasso è arrivata una troupe di ‘Dalla vostra parte’, la trasmissione di Retequattro condotta da Paolo Del Debbio. Il servizio è andato in onda ieri sera e, a guardarlo, la figura rimediata da alcuni consiglieri non è proprio delle migliori. Nessuna spiegazione sulla delibera votata il 15 ottobre scorso da parte di Cristiano Di Pietro, Nunzia Lattanzio e Domenico Di Nunzio, che hanno preferito il no comment, oltre ad essere poco cortesi con il giornalista Alessio Fusco che cercava solo di fare il suo lavoro. L’unico a rispondere alle domande è stato l’esponente di minoranza Giuseppe Sabusco. “Io, insieme al centrodestra – ha detto – ho votato no alla proposta. Certo, se diventerà legge lo avrò anch’io. Devo rinunciarci quando me lo daranno? Vedremo”.

Ad attirare ancora una volta i media nazionali in Molise è stata – si diceva – la delibera n. 68 del 15 ottobre scorso. Un provvedimento che in sostanza consente la reintroduzione dei vitalizi per gli inquilini di Palazzo Moffa, seppure tecnicamente si definisce sistema previdenziale. Una manovra che costerà circa 1.500 euro al mese per ciascun consigliere, ovvero 310mila euro per l’anno corrente e 366mila fino al 2018.  Di tasca loro dovranno ‘sborsare’ solo 528 euro al mese. Sì, perché secondo l’articolo 12 comma 5 della legge regionale numero 9 del 2015, i membri di Palazzo Moffa dovranno versare nell’apposito ‘Fondo previdenziale dei consiglieri regionali’ l’8,80% della propria indennità di carica lorda (528 euro appunto); invece, al Consiglio regionale – ovvero alla collettività – spetterà di pagare una quota di 2,75 volte quella a carico dei soliti noti. Anche perché è stata prevista la possibilità di sanare il periodo pregresso di contribuzione, a partire dalla data di proclamazione degli eletti nel febbraio 2013, anche in comode rate: 16mila 692 euro a fronte dei 45mila 915 che graveranno sulle casse pubbliche per ognuno dei venti rappresentanti regionali.

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