HomeEDITORIALIPolitica arma anti Pd, movimenti civici solo una cantilena

Politica arma anti Pd, movimenti civici solo una cantilena

CAMPOBASSO. La crisi del Pd molisano è talmente evidente che nemmeno gli stessi attori dell’infinita telenovela sugli scontri della sinistra nostrana la possono più negare: tra assessori che si dimettono, parlamentari che attaccano, minoranze che criticano, maggioranze che traballano e segretari di partito che gettano inutilmente acqua sul fuoco.

A metà della corsa, la stagione politica targata Paolo Frattura mostra i primi, veri segni di cedimento. Non dal punto di vista del consenso popolare, quello è scemato già da un pezzo, ma dell’organizzazione del potere politico e della tenuta della coalizione.
La situazione è grave, ma non è seria. Motivo? Non esiste alternativa credibile, per ora, a questa maggioranza. La politica è come il campionato di calcio: se non ci sono rivali, la capolista può permettersi pure di perdere (come accaduto sabato scorso a Isernia) 4 a 0 in casa. Perché le antagoniste stentano, in questo caso un centrodestra praticamente fantasma, invisibile, inconsistente. Disintegrato da lotte intestine, dal mancato ricambio generazionale, dalla totale assenza di democrazia interna, dalle pochissime idee e pure abbastanza confuse.
La moda degli ultimi anni vuole un “risveglio civico”, in nome di un’antipolitica che si appalesa in liste e listini, alleanze improbabili, contaminazioni che svuotano identità e che si trasformano in inutili personalismi.

Basta con questa cantilena della morte degli ideali e dei partiti, non esiste o quasi amministrazione importante in Italia governata da “terzi poli” o movimenti civici. Se si vuole competere (e magari sconfiggere) con il Pd del Molise bisogna rispondere con un progetto politico chiaro e alternativo.
Roma di certo non aiuta, perché la crisi della destra italiana è nazionale e non solo questione prettamente locale, i tempi d’oro del re Mida Berlusconi che trasformava in trionfo elettorale tutto ciò che toccava da Milano a Palermo sono finiti da un pezzo. Lo show ha chiuso i battenti, ma restano drammaticamente attuali le istanze di una vasta parte di elettorato che non crede nel renzismo e nella vecchia e nuova sinistra.
Sarebbe quindi opportuno rimboccarsi le maniche per costruire qualcosa di politicamente credibile e riconoscibile. L’ennesima coalizione senza colori (e senza troppe pretese) sarebbe il miglior alleato di questo Pd sgangherato, ma potente e onnipresente.

AN

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