Categories: CULTURA & SPETTACOLI

Luciano Ferrara ospite d’onore alla mostra fotografica ‘Non aprire che all’oscuro’

Articolo e foto di Pino Manocchio

CAMPOBASSO. Si è svolto ieri sera a Campobasso, presso gli spazi espositivi del Palazzo ex GIL, un incontro con Luciano Ferrara, uno dei maggiori fotoreporter italiani, storico collaboratore delle più grandi testate giornalistiche italiane che, insieme all’artista Flavio Brunetti e allo scrittore Luigi Fabio Mastropietro, ha affrontato il tema “La fotografia: verità nella storia”.

Ferrara si occupa di fotogiornalismo dagli anni ’70, con particolare predilezione verso le “minoranze del Mediterraneo”. Come è suo solito dire testualmente, a Ferrara piace “raccontare le storie degli altri e non dei desiderati”. La sua attività fotografica ha dato voce ai grandi cambiamenti sociali avvenuti nel nostro paese negli ultimi decenni e i suoi innumerevoli reportage hanno spaziato dalle rivolte studentesche e le lotte dei disoccupati alle storie di emarginazione e degrado delle periferie cittadine, dalle storie di vita poco conosciute dei “femminielli” e della prostituzione alle più note cronache di guerra in paesi quali Libano, Israele, Palestina, Est europeo, Albania, Iraq ecc. I suoi scatti ritraggono soprattutto il vivere quotidiano in strada della gente comune e, in particolare, di chi si arrangia e vive ai margini della società.

L’incontro con Ferrara si è svolto nell’ambito della mostra fotografica ‘Non aprire che all’oscuro’, curata dall’artista Flavio Brunetti in collaborazione con la Fondazione Molise Cultura, ed è uno dei cinque eventi settimanali programmati allo scopo di arricchire la mostra di maggiori significati contribuendo a renderla luogo di confronto intorno al mondo della fotografia.

Nella mostra, visitabile fino al 28 febbraio 2016, novanta immagini salvate dall’oblio, selezionate tra millecinquecento lastre fotografiche restaurate e raccontate dallo stesso Brunetti, prendono vita e riassumono la storia della comunità di Casacalenda tra il XIX e il XX secolo.

La mostra nasce da un ritrovamento incredibile che merita di essere raccontato con le parole dei curatori: “Prima di essere un titolo, ‘Non aprire che all’oscuro’ è la raccomandazione incisa sul coperchio delle scatole delle antiche lastre fotografiche al bromuro d’argento. Tutto ha inizio quando l’autore, in modo del tutto casuale, si imbatte in due casse, grandi come quelle utilizzate per trasportare le bottiglie di birra, ricolme di scatole di lastre fotografiche e gettate tra le cianfrusaglie di due trovarobe.Fu amore a prima vista e immediata contrattazione dettata dall’istinto più che dalla ragione. L’ansia di scoprire l’esatta provenienza, il tempo, chi fosse stato il fotografo, culminano nelle fattezze e nell’umanità della società di una paese molisano (ma un paese varrebbe l’altro) nell’arco di tempo compreso tra la fine dell’800 e il 1933. Tutte le lastre, e questa è la fortuna, furono scattate dallo stesso fotografo, Mastrosanti, da lui tutto il paese si recava ad immortalare la nascita, la crescita, la morte, la partenza per il fronte, il matrimonio, la ricerca del marito, la famiglia, etc. Su quei vetri diventa materia la nostra comunità di un secolo fa, che rivive e ancora respira e ancora sogna. Quelle mille e cinquecento lastre documentano un Molise ancestrale quasi primitivo e ciascuna rappresenta una condizione esistenziale che nell’insieme si fa documentazione, storia collettiva e ‘stoffa del sogno’ delle generazioni dei nostri avi. E in quel mondo, che solo apparentemente sia passato e più non esista, la fotografia assume un potere divino, magico, sacrale, quello di ridare la vita, in una sorta di metempsicosi, alla bellezza e alla grazia”.

La mostra resterà aperta ai seguenti orari: dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 17:00 alle ore 20:00 – Chiuso il lunedì (Guarda la fotogallery in basso).

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mikeante

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