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Sanità, Biondi: no alla lotta tra pubblico e privato

ISERNIA. “L’interesse dei cittadini molisani è quello di avere una sanità d’eccellenza, non conta se presso il settore pubblico o il privato”.

Lo afferma Raffaele Biondi, vicesindaco di Carpinone e componente dell’Ufficio politico di Forza Italia, dopo le polemiche sorte intorno alla celebrazione del Giubileo diocesano degli operatori sanitari all’ospedale Cardarelli, durante la quale un gruppo di manifestanti a sostegno della sanità pubblica ha contestato l’arcivescovo di Campobasso-Bojano Giancarlo Bregantini.

“Esprimo totale solidarietà a padre Giancarlo – esordisce Biondi – perché ritengo le sue parole siano state fraintese e in parte anche strumentalizzate. La questione sanità, infatti, va considerata dal punto di vista della tutela della salute dei pazienti, non di chi effettivamente eroga i servizi”.

Biondi, le proteste però nascono dai Piani operativi di Frattura, attualmente sbilanciati in favore del privato.

“Per me si parte da un concetto diverso. Ciò che vuole la gente è l’eccellenza: che venga praticata presso l’ospedale Veneziale invece che al Neuromed, alla Cattolica o al Cardarelli, poco importa. Ma la gente, anche se è difficile da accettare, deve capire che l’ospedale sotto casa non è più possibile averlo. Anche perché spesso queste strutture ‘dietro l’angolo’ non sono più in grado di fornire servizi di un certo tipo. E ne risente l’intero impianto della sanità in tal senso”.

A che si riferisce in particolare?

“Le faccio un esempio chiarificatore. Il punto nascite di Isernia è al di sotto della soglia annua dei 500 parti imposta dalla legge, e ci si sta spendendo per riportare i parti da fuori regione presso il ‘Veneziale’. Ma se mancano gli anestesisti e le altre strutture a supporto di un reparto così importante, a mio avviso è inevitabile che le partorienti si rivolgano altrove. Il loro interesse, dunque, non sarà di rivolgersi al privato, ma a chi possa garantire loro un parto in sicurezza e con certi standard qualitativi che non tutti sono in grado di fornire”.

Insomma, lei è a favore dei tagli?

“Purtroppo vanno fatti, i sacrifici sono necessari da parte di noi tutti. Ma ribadisco: non si può continuare a farne una lotta tra sanità pubblica e privata, si devono mettere al centro di tutto il benessere psico-fisico dei cittadini, la tutela della salute come stabilito dalla Costituzione. La difesa a oltranza dell’esistente non può essere ammessa. Il pubblico può funzionare meglio integrandolo con il privato. I reparti doppione vanno eliminati, privilegiando l’eccellenza. Occorre il giusto equilibrio, con il paziente che deve venire prima di qualsivoglia interesse strumentale. I numeri imposti da Roma ci impongono di tagliare. Troppi centri di costo sul territorio non sono più sopportabili per i cittadini, che pagano le tasse più care d’Italia. E che devono avere servizi sanitari all’altezza. Pubblici e privati, non fa differenza”.

Cosa pensa dei piani operativi di Frattura?

“Penso che chi fa promesse che non possono essere mantenute ne deve pagare, giustamente, le conseguenze. E’ il caso del famoso contratto con i venafrani, che poi il presidente ha candidamente ammesso di aver firmato senza leggere. Inutile aggiungere nulla, si commenta da sé. Ora dovrà trovare il bandolo della matassa. Se non ci riuscirà, al momento del voto la gente saprà cosa fare”.

 

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mikeante

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