Referendum, no all’election day: la delusione del WWF

CAMPOBASSO. Dopo la decisione presa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non accorpare referendum ed elezioni amministrative, è l’amarezza il sentimento che più si è diffuso fra i membri di quelle associazioni che, all’opposto, avevano lottato fino all’ultimo per vedere proprio l’aggregazione fra i due appuntamenti.

E invece, il successore di Napolitano ha posto il niet alla richiesta: una parziale sconfitta, quindi, per il WWF che sta facendo del referendum sulla questione Trivelle una sorta di bandiera, almeno per il momento.

La conferma della data del 17 aprile, tuttavia, è stata criticata dal WWF (e non solo) perché costituisce sia uno sperpero di denaro pubblico che si sarebbe potuto utilizzare per altre finalità, sia perché potrebbe boicottare la partecipazione attiva dell’elettorato.

Come dichiarato da Lucio Fatica, presidente della sezione molisana dell’associazione cha ha per scopo ultimo la conservazione della natura, “Prendiamo atto delle motivazioni giuridiche e andiamo avanti, con la serena consapevolezza che dobbiamo agitarci per poter star tranquilli. Tuttavia abbiamo dalla nostra parte la coscienza di poter usare il nostro potere ed ora più che mai non è il caso di abbassare la guardia, continuando a chiedere che la nostra opinione di cittadini venga rispettata. Contro le trivellazioni, certo, ma ancora di più contro un utilizzo del territorio che lo mette a rischio per le generazioni future, a favore di un ambiente che sia finalmente la premessa di uno sviluppo della qualità della vita”.

Attenzioni e speranze rivolte quindi alla manifestazione del 20 febbraio a Termoli, dove, secondo Fatica, “Dobbiamo esserci per protestare contro le trivellazioni, l’acqua inquinata, lo stoccaggio di gas, ma anche contro l’inquinamento dei terreni agricoli, la deturpazione del paesaggio, l’incenerimento dei rifiuti e le discutibili strategie energetiche. Lo dobbiamo soprattutto alle prossime generazioni affinché si ritrovino un territorio in cui ancora valga la pena vivere”.

G. C.