Alle comunali di Isernia ci stanno due o tre destre e due o tre sinistre.
Sembra come a quando Annina Menabballe apre la scarpiera per andare alla cene elettorali e non sa quali scarpe si deve mettere. Che ne tiene un centinaio per il piede destro e un centinaio per quello sinistro. E non sa scegliere. Ma poi alla fine si mette sempre le stesse. Perché ci sta comoda.
Mo, per esempio, ci sta la destra di Iorio, quella di Mancini e quella di Di Giacomo. E tutte e tre vogliono l’unità.
Iorio (il Padre) porta i fratelli d’Italia e forza italia.
Di Giacomo (il figlio) porta il nuovo centrodestra e l’udc.
Mancini (lo spirito santo) porta solo la destra ma, essendo spirito santo, porta pure tutti quei voti che prese quando fece il miracolo, cresimò tutti e diventò vice sindaco.
Per capire che sta succedendo veramente bisogna fare ricorso ai testi sacri.
Così ieri, alla Cantina Iammacone, abbiamo chiesto spiegazioni a Peppino Portasanta che fa il Sagrestano alla Chiesa del Dirupo.
Peppino ha detto che “esiste un solo salvatore, Dio, e la salvezza è manifestata in Gesù Cristo, attraverso lo Spirito Santo”. Quindi so’ tre ma so’ pure uno.
Ruzzone non ha capito. Pensava che quello di Peppino era un consiglio e che si doveva stare attento quando si fa il tressette con Mario Manomoscia, perché con quello ti devi sempre ricordare i punti che se no t’imbroglia con i numeri.
Peppino si è incazzato e ha detto che con queste cose non si deve pazziare. E per spiegarsi meglio ha fatto una parabola. “Quando suono le campane a festa – ha detto – ne suono tre ma quando suono quelle a morto ne suono una sola. Tu – ha concluso guardando fisso a Ruzzone – che preferisci?”
Si è fatto un silenzio come non si era mai sentito dentro alla Cantina Iammacone.
Da lontano è arrivato il canto degli uccelli e, dal cesso, il rumore dello sciacquone. Che Ortensio Uallera tiene i suoi problemi e ci va spesso.
Allora Iammacone, per vincere l’imbarazzo, ha parlato come a un tibetano di Caccavone: “Faceteli suonare tutti e tre – ha detto – basta che non suonano a morto!”
Insomma, questa politica molisana, è un poco le scarpe di Annina Menabbale e un poco la religione di Peppino Portasanta.
Nu’ pok è democrazia e nu’ pok è cristiana.
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