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Cinquanta anni di Aiac: un calcio più sano e pulito passa anche attraverso gli allenatori

ISERNIA. L’Associazione Italiana Allenatori di Calcio, fondata nel 1966 ha festeggiato i suoi 50 anni. All’iniziativa indetta a livello nazionale da Renzo Ulivieri , ha aderito anche la sezione di Isernia. All’evento, che si è tenuto  nella sala gialla della Provincia  nel tardo pomeriggio di ieri, hanno presenziato il presidente regionale  dell’Aiac Molise Luciano Lubrano, il  responsabile provinciale Claudio Castaldi e il presidente della sezione arbitri di Isernia Domenico De Falco. Discreta anche  la partecipazione degli allenatori delle squadre di calcio della provincia. Il dibattito si è incentrato  sulla figura dell’allenatore come educatore. De Falco, che è stato il primo ad intervenire, ha parlato del rapporto tra allenatori e  giacchette nere, soffermandosi anche sul problema della violenza e dei numerosi casi che si sono verificati anche in Molise. “Ricordiamoci che il calcio e’ un gioco”-  ha tenuto a precisare. Claudio Castaldi, presidente provinciale  dell’associazione, ha illustrato il progetto  Aiac Edu Giovani, che prevede  un corso di formazione di otto ore che sarà tenuto da tecnici qualificati inviati da Coverciano e che ha come scopo quello di dar vita a un calcio piu’ sano e pulito. Castaldi ha ricordato anche la figura di Vincenzo Cosco, il compianto allenatore molisano premiato una settimana fa con  la panchina d’oro speciale, nell’ambito dell’assegnazione dei premi ai migliori allenatori della stagione 2014/2015. Ha chiuso il dibattito il presidente regionale AIAC Luciano Lubrano che, oltre ad illustrare una serie di  iniziative che l’ associazione ha in programma in tutta la regione, ha invitato gli associati all’unità e al rispetto delle regole: ” Nel calcio nostrano c’e’ bisogno di cultura sportiva -ha affermato-perché il calcio sta cambiando ed è importante che l’allenatore si tenga aggiornato. Inoltre- ha aggiunto Lubrano- condividere l’Aiac, significa anche combatterla, quindi  massima collaborazione con la nostra sezione  per denunciare quelle situazioni anomale: allenatori che non sono tesserati oppure non hanno i requisiti per esserlo”. A tal proposito Lubrano intende farsi promotore di un’iniziativa particolare, quella del codice di onorabilita’ per entrare  a far parte dell’AIAC: ” Svolgiamo un compito molto difficile che ci vede impegnati psicologicamente in tante situazioni, quella del risultato, del tifoso, del dirigente, specie nel settore dilettantistico e quindi molte volte sbagliamo, ma mai usare le mani. Bisogna essere moralmente integri per essere tesserati, l’allenatore che usa la violenza non puo’ far parte dell’AIAC”.

                                                                        Giu.Cri.

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