TURZOTIME 0043

Ieri il tribunale di Isernia ha detto che i dipendenti dell’Ittierre non possono essere parte civile per le consulenze d’oro dell’azienda.
Ruzzone che tiene paura solo se sente la parola “magistrato” subito ha detto che ha ragione il giudice che ha deciso così. Perché i consulenti vanno pagati bene se no non risolvono il problema. E, quindi, visto che il problema è stato risolto, va bene così.
I giudici, ha detto Donato Cartabollata, che conosce tutte le leggi sui confini tra un pezzo di terra e l’altro, devono applicare le leggi e non sempre la legge funziona come alla giustizia. E quando non funziona ci dobbiamo stare lo stesso. Se no siamo fuori legge e passiamo i guai noi.
Francisc’ lu poeta, che non deve applicare le leggi, ha fatto funzionare l’ispirazione e ha detto che secondo lui in questa storia dell’Ittierre bisognerebbe applicare la fantasia per capirci qualcosa e ha invitato tutti a fare le ipotesi.
Quella che ci è piaciuta di più è stata quella di Saverio Cocciafresca che ha detto che secondo lui ci sta qualcuno che sa tutto di questa storia e che tiene tutte le carte dentro a una roccia che si apre come a Ali Babà. E che ogni volta che le vuole cacciare fuori per darle ai magistrati dice “Apriti Sesamo”. Solo che il Sesamo si apre e trova i dobloni d’oro e si accatta le case e le macchine. E siccome non è fesso, subito dice “Chiuditi Sesamo” e le carte rimangono là. Allora, secondo Cocciafresca, bisognerebbe chiedere a Perna se qualcuno di quelli che conosce lui tiene questa parola magica. E sarebbe risolto il problema.
Secondo Ruzzone, invece, tutti questi soldi dell’Ittierre che non si trovano stanno ancora a Pettoranello, intorno all’azienda. Perché se nessuno li ha fatti sparire e nessuno, come dicono i giudici, può essere ancora incolpato di questo, devono stare per forza sotterrati da qualche parte.
Così, dopo la passatella, abbiamo preso pico e pala, zappa e ronga, e siamo andati a scavare.
Ma per ora abbiamo trovato solo lupinella e erba medica.