HomeSenza categoria‘Paesionline’ scopre e propone il ‘Molise che non c’è’

‘Paesionline’ scopre e propone il ‘Molise che non c’è’

di Daniele Petrecca

CAMPOBASSO/ISERNIA. Il Molise non esiste? Il Molise che non c’è? Niente affatto! C’è e questa volta, a scanso di facili ironie da parte dei gruppi sui social, a fare da vetrina e marketing territoriale alla nostra regione è un sito accreditato di turismo: ‘Paesionlie’, il portale che va alla scoperta degli angoli d’Italia, luoghi inesplorati, antichi borghi che molti di noi dimenticano o di cui ignorano l’esistenza. Il sito si è occupato del Molise a pochi giorni dal ponte del 25 aprile, proponendolo come itinerario da scegliere in questo inizio di primavera per un viaggio in luoghi e borghi di importanza anche storica, dove la mente e il pensiero si perde. Diverse le recensioni da parte di estemporanei turisti e visitatori ‘fai da te’ che hanno spinto ‘Paesionline’ a inserire il Molise ‘coast to coast’: dal mare alla montagna, da Termoli a Frosolone, da Castel San Vincenzo-Abbazia alla Valle del Volturno. Fa la sua comparsa fra gli itinerari il Paleolitico di Isernia quale sito di importanza archeologica internazionale.

Vi proponiamo la ‘cartolina’ presentata dal sito qui di seguito.

Ideale in ogni periodo dell’anno, in estate per le spiagge, in inverno per le montagne e nelle ‘stagioni di mezzo’ per i meravigliosi borghi, o per andare alla scoperta delle origini del nostro popolo, ammirando le tracce preistoriche risalenti al periodo del cosiddetto Homo Aeserniensis custodite nel Museo Archeologico di Isernia, e molte altre bellezze che non si avrebbe il tempo di visitarle tutte in un soggiorno di pochi giorni. L’itinerario offerto da PaesiolLine parte dal mare di Termoli fino ad arrivare alle montagne di Frosolone, passando per il lago di Castel San Vincenzo e della sua antica abbazia.

Termoli è un suggestivo borgo sul mare, con tanto di bandiera blu, considerato tra i più belli d’Italia con le sue strette stradine e gli scorci sul mare. È dominato dall’alto dal Castello Svevo, l’antico maniero che nel corso del tempo è diventato il simbolo della cittadina. Dopo aver passeggiato per il centro storico, ammirando le architetture locali, prima tra tutte quella della Cattedrale, e aver assaggiato un piatto di pesce fresco in riva al mare, è bene tenere a mente che Termoli è uno dei più noti punti di partenza per escursioni alla volta delle Isole Tremiti.

Dal mare passiamo alla montagna, e in Molise il passo è davvero breve: tra i tanti comuni d’alta quota e dell’Alto Molise, Frosolone merita certamente di fare una tappa. Famoso per essere il paese della lavorazione artigianale dei coltelli, la città è uno dei Borghi Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, grazie agli splendidi palazzi baronali e alle bellissime chiese che ne caratterizzano il centro storico, che sembra rappresentare un piccolo mondo antico in pietra, dove il tempo sembra essersi fermato, circondato dalla maestosa bellezza delle più affascinanti cime dell’Appennino molisano.

Poco meno di 50 chilometri separano Frosolone dall’ultima tappa del nostro viaggio in Molise, Castel San Vincenzo. Percorrendo la Strada Statale 17 per raggiungere la città, si rimane senza fiato quando, quasi all’improvviso, il magnifico Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso emerge dalla vegetazione e ‘costringe’ a fare una deviazione. L’imponente costruzione neogotica ha avuto in tempi recenti il riconoscimento dello statuto di Basilica Minore. Dopo una sosta al Santuario, si prosegue alla volta di Castel San Vincenzo, famoso per il suo lago tra le montagne e le incredibili Gole di San Michele. Una tappa a tutta natura e a tutto sport, dunque, ma che si impreziosisce di un tocco di cultura con una visita all’antica Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno, all’interno della quale sono conservati dei cicli di affreschi di inestimabile valore e che, con la sua posizione a due passi dal lago, regala immagini da cartolina.

Fin qui il ‘depliant’ offerto da Paesionline.it. Manca tuttavia molto altro che evidentemente non è stato citato, perché è chiaro che in tre giorni non è possibile visitare tutta la regione. Manca l’alto Molise con Staffoli, Agnone e Capracotta e i suoi tratturi, il sito di Sepino Altilia, Campitello Matese, il Lago del Liscione, solo per rammentare le prime cose che ci vengono alla mente.

Ma i nostri politici che fanno? Che hanno fatto in oltre 40 anni di autonomia? Possibile che debba essere un sito a lanciare il sassolino nello stagno che langue chiamato Molise, che ovviamente non può essere visitato in tre giorni! Un messaggio che ci sentiamo di inviare alla gente molisana che vive in Molise, ma anche a tutti quelli che sono dovuti andar via e a coloro che scelgono sempre e solo mete cosiddette blasonate, senza sapere che magari a pochi chilometri anche da Roma e Napoli c’è un territorio che può offrire tanto, dando semplicemente se stesso, senza eccessive sovrastrutture. Messaggio che ancor di più vorremmo inviare con questo articolo ai nostri amministratori locali, a partire dai regionali, parlamentari, sindaci e aspiranti tali. Purtroppo anche nel passato recente nessuno ha avuto a cuore il turismo, quello vero, come volano di sviluppo, anche sotto il profilo delle infrastrutture. Ahinoi, abbiamo visto solo passare personaggi in cerca di notorietà in posti di potere e obiettivi fumosi e vacui, sterile industrializzazione e attenzione verso vertenze inutili, infinite, strumentalizzate che nulla hanno dato e nulla potranno più dare al Molise e alla sua gente, quando invece si dovrebbe puntare tutto sul turismo e sull’agricoltura e sulla materia prima che abbiamo, la natura. E pensare che il Trentino-Alto Adige e l’Umbria lo fanno, pur non avendo il mare! Il Molise invece è, al pari dell’Abruzzo, una delle pochissime regioni d’Italia che può sfruttare in un fazzoletto di territorio mare e monti in meno di un’ora di percorrenza. L’Abruzzo lo ha capito da 30 anni e ci ha puntato, il Molise ha vegetato e una cosa sta puntando: la pistola alla tempia!  Ma il tutto non entra nella testa della sua gente e dei suoi amministratori locali e qui torna sempre attuale e inesorabile l’adagio del pensiero illuministico: ogni popolo ha i politici che merita! 

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