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Amendola: “Altro che avviso di garanzia. Ecco perché non mi sono candidato”

di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. La sua assenza è una di quelle che hanno fatto più rumore. Ma l’ex assessore comunale Marco Amendola, uomo di punta della Sinistra Riformista a Isernia, di cui, di recente, è stato nominato coordinatore provinciale, a soli 36 anni ha sentito l’esigenza di farsi da parte dopo due mandati – non portati a termine per le note vicissitudini che hanno portato alla caduta di Ugo De Vivo prima e di Luigi Brasiello dopo – e di puntare su figure nuove. “A differenza di più di qualcuno”, sottolinea l’esponente del Pd, con una punta di polemica, per quanto garbata.

In un’intervista a tutto campo con ‘Isernianews’, Amendola ribadisce le proprie distanze dal metodo di gestione del partito di impronta renziana, che in particolare a livello nazionale non condivide assolutamente. E, soprattutto, mette a tacere le voci che lo davano per non ricandidato a causa di problemi giudiziari. “Non sono iscritto nel registro degli indagati della procura di Isernia”, taglia corto. E mostra i documenti che lo provano.

Amendola, il suo è uno dei nomi che hanno fatto più rumore, non figurando nelle liste dei candidati a sostegno di Rita Formichelli sindaco.

“Continuerò a sostenere con convinzione Rita Formichelli, come già fatto ampiamente alle scorse Primarie del 17 aprile, e a spendermi in favore dei candidati della Sinistra Riformista presenti nella lista del Partito Democratico. Anche se alle prossime elezioni non sono direttamente coinvolto, ho contributo fortemente alla composizione della lista del Pd, che ritengo molto competitiva. Siamo convinti di arrivare agevolmente al ballottaggio”.

Ma cosa l’ha spinta a non ricandidarsi?

“Si può fare politica e lavorare per un partito, come mi hanno sempre insegnato a fare, anche facendo un passo indietro. Come gruppo di Sinistra Riformista, in questa tornata, abbiamo deciso di investire su figure nuove, sulle quali costruire una nuova classe dirigente. Del resto, mi sono già candidato due volte in quattro anni, risultando eletto in entrambi i casi, a sostegno delle amministrazioni De Vivo e Brasiello. Sento io l’esigenza di farmi da parte a 36 anni, mi meraviglio di più di qualcuno che ha una diversa sensibilità, nonostante i tanti anni spesi in Consiglio comunale”.

Il suo è da ritenersi un addio alla politica?

“No, con la politica non finisce qui, assolutamente. Per il momento ci concentriamo sulle Comunali affinché Rita possa diventare sindaco. In futuro si vedrà. Sarò a totale disposizione dell’area politica alla quale faccio riferimento, coerentemente, da tanti anni”.

Elezioni a parte, perché nel Pd la pace interna non si raggiunge mai veramente?

“Guardi, come ho sempre detto non si tratta di fare questioni di correnti, ma di capire dove sta andando il Pd in questo momento. E di capire se sia solo una semplice sommatoria di comitati elettorali, sulla scia di quanto sta accadendo a livello nazionale”.

Che lei non condivide, ieri come oggi.

“Assolutamente. Abbiamo concezioni diverse di organizzazione del partito”.

E’ un caso che nella lista del Pd non figurino i dissidenti o un atto consapevole e voluto?

“La caduta della precedente amministrazione, va ricordato, fu determinata da un gruppo di consiglieri che in maniera personale hanno deciso di non condividere il percorso amministrativo iniziato due anni prima. Un percorso che stava dando buoni risultati, sia in merito alle mie deleghe che collegialmente si erano avviati progetti importanti, frenati purtroppo dallo scioglimento dell’amministrazione. I risultati si sarebbero visti di lì a poco. Ma, tornando alla domanda, le dico che abbiamo scelto di creare liste con persone nuove e che hanno lavorato bene per la scorsa amministrazione”.

Ma i tre dissidenti Ovidio Bontempo, Benedetta Monaco e Francesca Scarabeo fanno ancora parte del Pd?

“Lo chieda alla segreteria regionale, sarà meglio”.

Le malelingue accusano il centrosinistra, con la scelta della Formichelli, di aver riproposto alla città un’operazione ‘Brasiello bis’.

“Rita è una figura autorevole e competente, che non merita paragoni con nessuno”.

Sempre le malelingue sostengono che lei non sia ricandidato a causa di vicissitudini giudiziarie. E’ vero che ha ricevuto un avviso di garanzia?

“Per quanto a mia conoscenza, ad oggi non risulto essere iscritto sul registro degli indagati della procura di Isernia”.

E, a dimostrazione delle sue parole, ci mostra una comunicazione (guarda la foto a destra) ai sensi dell’articolo 335 del Codice di procedura penale, datata 27 aprile scorso, nella quale si evince che nei suoi confronti “non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione”. Tanto per chiarezza.

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mikeante

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