‘TurzoTime’: in un libro la foto del Molise che non cambia

ISERNIA. Turzo, il poeta inesistente ha attraversato gli ultimi quindici anni della vita politica e sociale molisana. Dagli ‘Starnuti’ de ‘’Il Tempo ai ‘Turzotime’ di Isernianews, per assistere all’assenza di cambiamento. Questa la riflessione di Giovanni Petta, autore del libro ‘TurzoTime’, realizzato in collaborazione con Minima Comunicazione e Isernianews e presentato a Palazzo San Francesco venerd’ scorso.

“E’ cambiato il modo di comunicare, ma non è cambiata assolutamente la realtà isernina e molisana – ha spiegato Petta – Siamo nella stessa melassa di mancanza di cambiamento e soprattutto viene inibito il desiderio di cambiamento che c’è nei giovani. Ai nostri giovani deve essere data in mano la barra di comando, devono essere loro a guidarci, anche perché noi adulti abbiamo distrutto tutto. Non c’è più nulla da perdere. Dobbiamo dare ai giovani la possibilità di guidarci verso un futuro luminoso”.

E che dovrebbero essere i giovani a comandare, Ruzzone (compare e assistente di Turzo) lo dice da più di trent’anni. “Da quando – sottolinea Petta – si è reso conto che la sua generazione non era in grado di fare altro che accodarsi a quello che era già stato fatto in precedenza. Per cui c’era tutto questo sistema democristiano. E quando uso la parola democristiano, la uso nell’accezione negativa per quel che riguarda i comportamenti. La Democrazia Cristiana è un partito della tradizione che ha tutta la sua dignità. Ma il comportamento democristiano che si è attuato nel nostro Molise ha portato alla disgregazione di ogni tipo di valore, pur partendo da quelli della democrazia e della cristianità, che sono valori importanti. Messe insieme queste due cose, abbiamo distrutto tutto”.

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A GIOVANNI PETTA (IMMAGINI E MONTAGGIO A CURA DI PINO MANOCCHIO)

Alla presentazione del volume hanno partecipato gli editori e il direttore di Isernianews Pierluigi e Alessia Petrecca e Pasquale Bartolomeo. Con loro Antonio Ruggieri, direttore de Il Bene Comune – rivista che raccoglie gli scritti di Turzo – che ha illustrato il progetto che potrebbe mutare le sorti del Molise. 

“Più di qualsiasi altra cosa, il Molise ha bisogno di uno storytelling, di un racconto che, con una lingua nuova e originaria nello stesso tempo, sappia interpretare e stimolare le ansie di cambiamento che lo attraversano difficoltosamente e disorganicamente. A questo progetto dichiaratamente ‘sovversivo’, che vuole minare alla base l’assetto senile, familista, democristiano e conservatore della nostra piccola, tenera, marginale e poco comunicativa regione, Rossano Turzo ha contribuito efficacemente – ha sottolineato – Turzo ci fa ridere, trafiggendo con una lingua sofisticata, colta e popolare, le miserie della nostra condizione, rivelandone sagacemente il lato involontariamente comico. Nel Molise, come per il venerabile Jorge, il frate anziano dell’abazia medievale in cui è ambientato ‘Il nome della rosa’ di Umberto Eco, il riso è peccato, perché cancella la paura e ci allontana dal timore di Dio e per l’autorità. Non serve a niente la confutazione di Guglielmo di Baskerville, il protagonista del romanzo di Eco, che cita Aristotele e i vangeli per dimostrare che ridere è un dono divino. Ridere, nel Molise non ha cittadinanza. Per diventare la comunità competente, aperta e inclusiva che dobbiamo diventare, dobbiamo innanzitutto imparare a ridere, di noi stessi prima di tutto. Per questo, l’opera di Rossano Turzo rappresenta un ausilio insostituibile; perciò non smetteremo mai di ringraziarlo, magari con un sorriso appena disegnato sulle labbra”.

Durante la presentazione del libro, gli attori del Cast Salvatore Mincione Guarino e Giovanni Gazzanni hanno letto alcuni brani del libro tra le risate generali.

Per quanti volessero acquistarne una copia, scrivere una mail a redazione@isernianews.it o telefonare allo 0865/410231.

IN BASSO, LA FOTOGALLERY A CURA DI PINO MANOCCHIO.