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Muore per un ictus a 48 anni. Al ‘Caracciolo’ non può fare la Tac, spostato al ‘Cardarelli’

AGNONE. Colpito da un ictus a 48 anni, non trova la possibilità di essere soccorso all’ospedale ‘Caracciolo’ di Agnone. Trasportato a Campobasso, muore al ‘Cardarelli’, dopo un intervento disperato e quindici giorni di ricovero in ‘Rianimazione’. Senza mai riprendere coscienza.

Una vicenda drammatica, finita nel peggiore dei modi. Con la morte dell’uomo e la denuncia fatta dal sindaco di Agnone Lorenzo Marcovecchio e dal suo esecutivo alla procura della Repubblica di Isernia.

Tutto è cominciato il 27 giugno. Con il 48enne colpito dall’ictus. Al ‘Caracciolo’ l’uomo era arrivato in macchina, perché al momento dell’emergenza non c’erano ambulanze disponibili. Una volta in ospedale, per mancanza del radiologo, l’impossibilità di fare la Tac. Trasportato a Campobasso, su un’ambulanza giunta da Trivento, l’uomo è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico, per tamponare l’emorragia cerebrale. Quindi il ricovero in ‘Rianimazione’ e purtroppo la morte.

Che magari sarebbe sopravvenuta comunque, anche se di certo nell’ospedale più vicino, dove avrebbe potuto avere un soccorso tempestivo, l’uomo non ha potuto essere ricoverato.

La cronaca degli ultimi mesi – hanno scritto gli amministratori di Agnone nella denuncia – è piena di decessi che forse si sarebbero potuti evitare, se vi fosse stata la presenza ad Agnone di un anestesista-rianimatore, figura a cui devono supplire i medici in servizio, che agiscono facendosi carico di ogni responsabilità e conseguenza”.

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