FORLì DEL SANNIO. La sua invettiva contro gli islamici, pubblicata su Facebook dopo la strage di Nizza, è diventata un caso nazionale. Ora don Pasquale Giampaglia, parroco di Forlì del Sannio chiarisce la sua posizione. E chiede scusa, di quelle esternazioni “fatte d’impuslo”, sull’onda del momento. Dettate dalla rabbia. Lo fa con un comunicato ufficiale, inoltrato dall’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Isernia-Venafro.
“Le parole scritte di getto su Facebook – ha chiarito il parroco – sono state dettate dall’onda emotiva: vedere quanto accaduto a Nizza mi ha profondamente turbato. Credo che questo sia accaduto ad ognuno di noi, dinanzi alle immagini scioccanti dei morti per strada, in prevalenza bambini. Tanta atrocità ha oscurato la mia ragione! Confesso di aver dato libero sfogo alla rabbia che quelle scene hanno suscitato in me e in moltissime persone”.
Quindi la precisazione. “Devo ammettere, a mente più serena e facendo prevalere la ragione all’istinto, di aver usato un tono inaccettabile. Mi scuso con quanti, a motivo della mia esternazione, sono rimasti scandalizzati. Riconosco di essere stato impulsivo e imprudente. Ho sperimentato anch’io come la rabbia possa obnubilare la ragione e il cuore. Quello che ho scritto non corrisponde né al mio pensiero di sacerdote, né al mio cuore di cristiano: come ogni essere umano sento miei i sentimenti di tolleranza e di fraternità. Pertanto posso dire di riconoscermi lontano dall’essere un razzista”.
“Quanto affermo ora in questo scritto e quanto mi piace condividere con altre persone o con i miei fedeli nelle più svariate circostanze, scaturisce dalle mie opinioni e non è mai frutto di un ‘dovere d’ufficio’: nella mia vita di sacerdote, infatti, ho avuto modo di accogliere fratelli di ogni confessione religiosa. E ancor’oggi intrattengo amicizia con le famiglie marocchine presenti in parrocchia. Non era mia intenzione, quindi, pronunciare giudizi irriverenti su nessuna confessione religiosa, tanto meno sull’Islam. Sono convinto – ha precisato – che va condannata la violenza dell’Isis e non l’Islam, che è una religione di pace. I veri credenti in Allah sono per la convivenza pacifica e non per atroci atti di guerra contro il fratello. Ma questo è noto a tutti”.
“Ho ritenuto tuttavia doveroso questo chiarimento – ha concluso don Pasquale – perché mi sta a cuore chiedere umilmente scusa a quanti sono rimasti feriti dalle mie parole e a quanti hanno visto in me mal rappresentata l’immagine della Chiesa Cattolica che mi onoro di servire”.
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