La comicità di Rocco Papaleo al Teatro Sannita di Pietrabbondante

CAMPOBASSO. Progetto ‘Terra d’arte – teatro e mostre d’estate’, due gli spettacoli in programma a cavallo di Ferragosto al Teatro Sannita di Pietrabbondante, nell’ambito dell’iniziativa realizzata dall’associazione ‘Amici del Teatro di Pietrabbondante’, in collaborazione con la Fondazione Molise Cultura, il Mibact ed il Comune di Pietrabbondante, nell’ambito del Fus – Fondo Unico dello Spettacolo.

Domani alle 19,30, ‘Lalthroteatro’ di Ugo Ciarfeo, di Termoli, porta in scena ‘Verso il Golgota. Tragedia di un personaggio’ di Henry Ghéon e Jacopone da Todi. Si tratta di una rappresentazione sacra in occasione del Giubileo della Misericordia.

Un testo suggestivo e denso di spiritualità, del francese convertito Henri Ghéon, con la complicità tragica di Jacopone da Todi. La regia di Ugo Ciarfeo, con gli attori de Laltrotheatro, conferisce alla rappresentazione una sacralità lontana dai facili eccessi pietistici, mediante un ritmo incalzante della recitazione e della gestualità.

Il 16 agosto, alle 19,30 ‘Rocco Papaleo live’, dell’Associazione ‘Teatro per Roma’. Un successo previsto, quello di Rocco Papaleo. Della sua umanità e della sua cifra artistica miscelate con leggerezza e ironia al cinema come nella musica e sul palco.

E’ una formula ‘magica’, quella di Rocco Papaleo. Che canta Sinatra, avvicina tutti alla potenza e agli orizzonti della musica, avvolge nel tepore del pane e frittata di sua madre che è la culla emotiva delle nostre specificità, si avventura a piedi per riappropriarsi del tempo, abbraccia i piaceri di Bertold Brecht fino al sublime messaggio della gentilezza.

“Un esperimento di teatro canzone – ha chiarito l’artista – come un diario da sfogliare a caso, che raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti che tali mi appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di certo, dentro, trovi cose che ci appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiare, per riaprirle ogni sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo. Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il sud, di solito, scorre a un ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso orario, un jet leg della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure. Dunque, un teatro a portata di mano, col desiderio, a ben vedere, solo di stringerne altre.”