Tre collegi e no al voto disgiunto: la proposta di nuova legge regionale per il Molise

ISERNIA. Una nuova legge elettorale per il Molise. E’ quello che propone il Comitato per la rappresentanza dei territori, che si costituirà ufficialmente nei prossimi giorni. “L’undicesima legislatura della Regione Molise – ha spiegato il promotore del Comitato, l’avvocato ed esponente del Pd Alessandro Aceto – si avvia verso l’ultimo anno di vita e il Molise rischia di tornare a votare con una legge, la 43/95, cosiddetta ‘Tatarellum’, che per le caratteristiche demografiche della regione, ha fortemente penalizzato il territorio di Isernia, limitandone la rappresentanza a 3 eletti su 20. Al basso Molise, incluso nella circoscrizione di Campobasso, non è andata meglio: 4 eletti su 20″.

La legge elettorale regionale, ha aggiunto Aceto, non è un tema da addetti ai lavori, ma una questione “che attiene alla all’essenza stessa della democrazia, mentre l’equa rappresentanza dei territori è presupposto fondamentale per la qualità e il buon funzionamento della politica e dell’azione di governo. Da tempo se ne parla – ha rimarcato il presidente del Comitato sorto per proporre una nuova legge – il presidente Frattura aveva preso degli impegni, il Consiglio Comunale di Isernia aveva votato una mozione, la segreteria regionale del Pd, raccogliendo le istanze del territorio, aveva lanciato l’idea dei due collegi, qualche assessore regionale ha fatto sapere di essere per il collegio unico e da ultimo la questione è stata dibattuta alla Festa dell’Unità di Agnone”.

Segnali, rimarca Aceto, che mostrano come non ci sia, da parte della politica, un grande entusiasmo sull’argomento, mentre “gli eletti leggono la questione quasi sempre dal loro punto di vista”.

Ma qual è l’idea del Comitato? Si tratta di una proposta che intende valorizzare i territori articolandone la rappresentanza su 3 collegi (Isernia, Campobasso e Termoli), da definire successivamente in proporzione alla popolazione, per i quali viene predeterminata una rappresentanza di 6 o 7 seggi ciascuno (il Consiglio è composto da 20 componenti oltre ilpPresidente).

Il sistema proposto, a carattere proporzionale, utilizza il premio di maggioranza in luogo del listino maggioritario e assegna il 60% dei seggi attribuiti al Consiglio, se il candidato presidente collegato alla coalizione vincente abbia ottenuto almeno il 45% della cifra elettorale espressa da tutte le coalizioni o sia risultato vincente all’esito del turno di ballottaggio; assegna il 55% dei seggi, nel caso in cui il candidato presidente collegato alla coalizione vincente abbia ottenuto un numero di voti inferiore al 45% e pari o superiore al 40 per cento dei voti validi; prevede un turno di ballottaggio se nessuna delle coalizioni in campo abbia raggiunto il 40% dei voti validi.

Distribuisce, quindi, i seggi assegnati a ciascuna coalizione tra i partiti che ne fanno parte e, successivamente, i seggi assegnati a ciascun partito fra i tre collegi, fino a concorrenza dei seggi spettanti a ciascuno di essi. Prevede, inoltre, l’abolizione del voto disgiunto, cioè la possibilità di votare il candidato di una coalizione e il candidato presidente di un’altra. “Un meccanismo utile – rimarca Aceto – solo a consentire inciuci e accordi trasversali poco trasparenti, pertanto non meritevoli di tutela, e introduce la rappresentanza di genere nelle liste di candidati, come peraltro recentemente normato dalla legge statale. Nulla dice sulla elezione del ‘consigliere-senatore’, dato che per quest’aspetto dovrà attendersi l’esito del referendum costituzionale. Il testo integrale della proposta – conclude l’esponente del Pd – con i relativi approfondimenti saranno accessibili, a breve, su un apposito sito che il Comitato provvederà a divulgare”.