Coppia gay chiede di adottare un bimbo: il caso in Cassazione

La Corte d’Appello di Campobasso ha bocciato l’istanza nel 2015. Domani sit-in di protesta dei sostenitori del ‘Family day’ contro la ‘stepchild adoption’


CAMPOBASSO. E’ fissata per domani a Roma l’udienza davanti alla Sesta sezione civile della Suprema Corte che deve decidere se confermare o meno il ‘no’, pronunciato dalla Corte di Appello di Campobasso il 30 aprile 2015, in merito alla richiesta di riconoscimento dell’adozione da parte di una coppia omosessuale di un bambino già dichiarato figlio adottivo della coppia dai giudici statunitensi della ‘Family Court of the County of Suffolk’ dello Stato di New York. Il ricorso in discussione è stato proposto da uno dei componenti la coppia contro il ‘no’ all’adozione pronunciato dalla Corte di Campobasso dopo uno stesso diniego emesso dai giudici di primo grado. All’udienza parteciperà anche un rappresentante della Procura della Cassazione che dovrà esprimere il suo parere, non vincolante. Il verdetto dei supremi giudici si conoscerà solo quando sarà depositata la sentenza per la quale c’è un tempo ‘canonico’ di stesura delle motivazioni di trenta giorni.
Davanti alla sede della Cassazione è stato organizzato un sit-in da parte dei sostenitori del ‘family day’ contro la ‘stepchild adoption’, tra i quali Massimo Gandolfini e Carlo Giovanardi .
“Dopo la clamorosa decisione della Cassazione che ha deciso per il riconoscimento di un bambino nato da una coppia di donne sposate in Spagna (una che lo ha partorito e l’altra che le ha donato gli ovuli), domani – informa una nota del ‘family day’ – i supremi giudici affronteranno il tema dell’ adozione da parte di una coppia di uomini sposati all’estero, violando ancora una volta la legge che impone che una decisione così delicata venga assunta dalle Sezioni unite, come richiesto invano dalla Procura generale nei casi precedenti”. Secondo i sostenitori del ‘family day’, è in corso “il tentativo di far passare per via giurisprudenziale la ‘stepchild adoption’, ovvero l’adozione del figlio biologico del partner, stralciata dal ddl Cirinnà.