La Giunta d’Apollonio approva una delibera di indirizzo per la nuova gestione. Prevista la riapertura dell’impianto entro 90 giorni, la realizzazione di una nuova vasca e penali da 500 euro per ogni giorno di ritardo nella consegna. La decisione ultima in Consiglio comunale


ISERNIA. Il Comune di Isernia fissa i paletti per la piscina comunale. Sulla scorta di quanto anticipato dall’assessore allo Sport Antonella Matticoli nel corso del Consiglio comunale dello scorso 29 settembre, l’amministrazione d’Apollonio sceglie la strada del bando per assegnare la struttura tramite project financing.

Lo si apprende dalla delibera di Giunta n. 39 del 18 ottobre scorso, consultabile sull’albo pretorio on line di Palazzo San Francesco (scarica il documento). Una decisione volta a garantire la riapertura a lungo termine dell’impianto sportivo di contrada Le Piane, chiuso ormai da luglio 2015, dando così una soluzione definitiva al problema e migliorando il servizio.

antonella matticoli 2L’INDIRIZZO DELLA GIUNTA. Nella delibera si prende atto che all’ente, da luglio a settembre scorsi, sono pervenute 6 “comunicazioni riguardanti ipotesi di lavori e di gestione per la piscina comunale”. Ma le stesse, leggendo la relazione dell’ingegner Antonio Ricchiuti dell’Ufficio tecnico dell’ente, allegata alla delibera, sono da considerare “solo come manifestazione di interesse per un prossimo bando pubblico rivolto all’affidamento del servizio di gestione dell’impianto natatorio comunale, che potrà avvenire in project financing o in concessione con lavori di completamento a carico dell’amministrazione comunale”.

Per questa ragione, la Giunta ha formulato indirizzi all’Area tecnica comunale “affinché  – questo il testo della delibera n. 39 – si proceda alla pubblicazione di un bando finalizzato alla presentazione di offerte che contemplino l’utilizzo di risorse totalmente o parzialmente a carico dei soggetti proponenti”, secondo quanto previsto dal Codice degli appalti in tema di finanza di progetto “e sulla scorta di un progetto di fattibilità da porre a base di gara, da redigere a cura dell’amministrazione, facendo ricorso, se necessario, anche a professionalità esterne”.

I DETTAGLI DEL BANDO: TEMPI E PENALI. Ma quali le prescrizioni stabilite da Campobasso? La Giunta ha stabilito criteri ben precisi: in primis, la nuova gestione dovrà durare non più di 20 anni; poi l’aggiudicatario dovrà ampliare l’impianto esistente mediante la realizzazione di una nuova vasca, di opportune dimensioni, per le competizioni e manifestazioni agonistiche. Fondamentali i tempi: i lavori di ampliamento, infatti, dovranno iniziare dopo sei mesi dalla sottoscrizione della convenzione/contratto e ultimati entro i successivi 24 mesi. Ma attenzione: tali opere “non devono assolutamente interrompere, interferire o modificare la fruizione dell’impianto esistente la cui attività dovrà comunque iniziare nel più breve tempo possibile, e comunque non oltre tre mesi dalla aggiudicazione”. Infine, in caso di mancato rispetto della scadenze relative alla consegna definitiva dell’impianto, per ogni giorno di ritardo non giustificato sarà addebitata al gestore/aggiudicatario una penale di 500 euro al giorno.

vasca piscina‘PALLA AL CONSIGLIO’. La decisione finale sul tema sarà sottoposta al vaglio del Consiglio comunale. Prevedibili le polemiche, vista la recente presentazione di due ulteriori offerte (da parte della dilettantistica ‘Circolo Nuoto Trigno’ di Francesco Santarpia e della ‘Isernia nuoto srl’ di Fernando Melfi), in cui la gestione della piscina per tempi limitati di sei-sette anni varrebbe la riapertura dell’impianto, rispettivamente, in 60 o 45 giorni. Il Comune, invece, tramite la strada del bando, avrà bisogno di tre mesi, ma dal momento dell’aggiudicazione. In ogni caso, dall’amministrazione spiegano che la Legge sui contratti pubblici prevede che il Comune deve prima emettere la deliberazione a contrarre (in forma di bando pubblico o licitazione privata) e poi possono arrivare le offerte. Una questione di rispetto delle norme del suddetto testo legislativo nonché del diritto costituzionale a tutela del libero mercato. Quindi, in sostanza, le proposte di Santarpia e Melfi sarebbero comunque arrivate prima del tempo.