Isernia, senza sosta la protesta dei cantonieri: pronto il sit-in dal prefetto

I 35 stagionali allestiranno lunedì 7 novembre un nuovo presidio davanti al palazzo di Governo e chiederanno un tavolo di garanzia: vogliono risposte definitive sul loro futuro occupazionale

ISERNIA. Risposte definitive. Che siano positive o negative le vogliono e le vogliono subito. Riesplode a Isernia la protesta dei 35 cantonieri della Provincia rimasti senza lavoro. Lunedì alle ore 10.30 allestiranno un nuovo presidio, questa volta davanti alla sede della Prefettura, per poi chiedere un incontro con il prefetto Fernando Guida con lo scopo di ottenere un tavolo di garanzia, così come dal vicario definito e promesso nl corso dell’ultima riunione.

“E’ necessario un incontro definitivo con Provincia, Regione e lavoratori – sottolinea il portavoce del comitato ‘Pallotta’ Emilio Izzo -, ognuno con le proprie carte e ragioni e per uscirne con una risposta definitiva, che sia sì o che sia no, ma una risposta motivata con documenti alla mano e non con prolissi e ripetuti discorsi elettorali. Non cederemo di un passo, convinti della bontà delle nostre motivazioni e delle belle parole di conforto del vescovo, il quale ha voluto sottolineare tutta la sua vicinanza, lasciandoci confidenzialmente un ‘andate avanti, non mollate!’, se sarà necessario il panettone di Natale lo mangeremo insieme sotto alla tenda del vostro presidio. Ormai da anni non assisto alla messa di Natale, quest’anno se questa vertenza non finirà positivamente come speriamo, chiederò ufficialmente al vescovo che ne celebri una al presidio, funzione di saluto al Signore, che viene da noi ad assistere alle vergogne sulla terra”.

Sotto accusa l’atteggiamento del presidente della Provincia Lorenzo Coia, reo ad avviso del comitato di non aver fatto nulla per prorogare i contratti fino al prossimo 31 dicembre. “Appare evidente ai più – tuona Izzo – che ci troviamo di fronte ad un presidente di Provincia che ha sostituito il proprio dovere, la propria anima e sensibilità con un contenitore di ghiaccio, tale da renderlo simile ad un rottamatore di istituzioni”.

Continua dunque la mobilitazione per tentare di trovare soluzioni utili a garantire a trentacinque famiglie un sostegno economico.