Tavolo tecnico questa mattina in prefettura a Isernia per trovare soluzioni adeguate a garantire un futuro occupazionale ai lavoratori dell’azienda nata dalle ceneri dell’Ittierre. Tra due settimane una nuova riunione
ISERNIA. Quale futuro per i lavoratori della Oti, le Officine tessili italiane, azienda sorta sulle ceneri di Ittierre? Questo il tema del tavolo tecnico convocato stamani dal prefetto di Isernia, Fernando Guida, per analizzare le problematiche e trovare soluzioni adeguate per i dipendenti dell’azienda nata dalle ceneri della Ittierre. Al vertice, insieme ai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Tessili, hanno partecipato una delegazione dei 41 lavoratori, l’assessore regionale Carlo Veneziale, il sindaco del Comune di Pettoranello Andrea Nini, il rappresentante della Direzione Provinciale dell’Inps e un rappresentante dell’azienda. Un primo incontro per capire in che modo far fronte alle diverse criticità con cui, ormai da qualche mese, si stanno facendo i conti. Uno scenario, quello che si va delineando, per nulla rassicurante, sia dal punto di vista occupazionale, sia per quel che concerne la produzione. E la prima soluzione possibile è quella di ricorrere alla cassa integrazione.
È infatti emerso che la Ikf, a seguito di difficoltà finanziarie del gruppo dovute alla riduzione delle commesse, ha inoltrato istanza al Tribunale di Milano, lo scorso luglio, per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, la cui scadenza, originariamente prevista nel mese di settembre, è stata successivamente prorogata, su richiesta della stessa azienda, a lunedì prossimo, 21 novembre.
“La situazione è drammatica – ha ribadito il segretario della Femca Cisl Francesco Di Trocchio -, alla luce del fatto che sono lavoratori che avevano già vissuto una situazione professionale ingarbugliata con la Ittierre. Non sono stati pagati loro tre stipendi e soprattutto non c’è chiarezza né per quel che riguarda il loro futuro occupazionale, né per quel che concerne il futuro produttivo dell’azienda. Il consiglio di amministrazione è dimissionario, così come quello dell’azienda controllante Ikf. La quale ha presentato richiesta di concordato preventivo e al momento non è stato ancora presentato il piano di ristrutturazione presso il tribunale di Milano”.
Soluzioni servono e sono possibili. Per Lino Zambianchi della Filctem Cgil: “Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare l’ammortizzatore sociale principe, che è la cassa integrazione ordinaria, per prendere tempo. Dopodiché nuovi imprenditori si potrebbero affacciare a questa realtà. Del resto, sembra che ci siano degli interessi, anche se per adesso si tratta di voci da confermare. Anche la Regione dovrebbe poi porre attenzione a questo argomento, visto che parliamo dell’unico sito industriale previsto nell’area di crisi complessa”.
Dello stesso avviso Amico Antonelli della Uil, secondo cui un futuro per il settore tessile è possibile “Abbiamo saputo – ha detto – che ci sono circa mille aziende interessate all’area di crisi. Non sappiamo quante di queste siano interessate al tessile. Aspettiamo che ci sia l’ufficializzazione, dopodiché lavoreremo su questo terreno. Considerato il know-how che ha il settore tessile nell’ambito della provincia di Isernia – ha quindi concluso – in Molise e a livello internazionale, quindi considerata l’altissima professionalità che i lavoratori hanno acquisito nel corso dei decenni, pensiamo che qualcuno dovrebbe essere sicuramente interessato. Al contrario, significherebbe disperdere un’esperienza incommensurabile che non ha eguali in tutto il Paese”.
Dopo ampia ed approfondita discussione, nel corso della quale sono state prese in considerazione tutte le possibili soluzioni a tutela dei livelli occupazionali – quali il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria, ovvero alla Cassa integrazione guadagni straordinaria prevista dal decreto legislativo 185/2016 o ancora alla Cassa integrazione guadagni in deroga, erogata dalla Regione – su suggerimento della prefettura, le parti hanno immediatamente sottoscritto il verbale per l’esame congiunto finalizzato alla richiesta di Cigo da inoltrare all’Inps, al fine di ottenere il predetto beneficio per 13 settimane a decorrere dal 21 novembre.
Nel contempo, i presenti hanno concordato di intraprendere, parallelamente, anche il percorso illustrato dall’assessore regionale che consentirebbe, in presenza dei necessari presupposti, l’accesso alla Cigs ovvero alla Cig in deroga. La riunione è terminata con l’intesa di riconvocare il tavolo a distanza di due settimane.