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Sanità, il Codacons ricorre al Tar contro le transazioni per Neuromed e Fondazione Giovanni Paolo II

L’associazione dei consumatori ha deciso di impugnare i provvedimenti con cui la Regione ha assegnato alle due cliniche private finanziamenti per 80 milioni di euro. Istanza redatta dagli avvocati Massimo Romano e Pino Ruta


CAMPOBASSO. L’associazione dei consumatori e degli utenti del servizio sanitario nazionale Codacons ha presentato ricorso al Tar Molise, contro i provvedimenti con cui la Regione ha riconosciuto, in favore della Fondazione di ricerca e cura ‘Giovanni Paolo II’ e dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, il saldo per prestazioni sanitarie pari a circa 80 milioni di euro. Per il pagamento dei quali la Regione attingerà a quota parte del mutuo trentennale di 257 milioni di euro, contratto nel 2015.

“Si tratta di prestazioni erogate negli anni dai due centri privati – ha spiegato l’avvocato Massimo Romano, che con Pino Ruta ha predisposto i ricorsi – oggetto di specifica contestazione da parte dei competenti uffici della Regione, sia in relazione al superamento dei tetti di spesa che per profili di inappropriatezza, rispetto ai quali erano in corso contenziosi giurisdizionali”.

“A fronte della rinuncia ai contenziosi, la Regione Molise, rappresentata dal direttore generale Marinella D’Innocenzo, con una determina ha riconosciuto i saldi per un importo di circa 80 milioni di euro, nel caso di Neuromed per presunti crediti risalenti addirittura al 1993”.

Il Codacons ha impugnato i provvedimenti, censurando numerosi profili di legittimità, a partire dalla nullità per difetto di attribuzione del direttore generale, che secondo l’associazione dei consumatori avrebbe invaso una prerogativa riservata al commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro. E comunque avrebbe erogato le somme senza alcuna previa autorizzazione da parte della Giunta Regionale. Inoltre, secondo il Codacons dalla lettura dei provvedimenti non sarebbe possibile risalire alle motivazioni in base alle quali la Regione avrebbe cambiato idea, ritenendo di pagare comunque nonostante si trattasse di prestazioni contestate.

Profili che avevano indotto il Tavolo tecnico dei ministeri dell’Economia e della Salute a sollevare dubbi, sostenendo che non fosse possibile comprendere come si fosse addivenuti alla determinazione dei saldi, né quali fossero le ragioni di convenienza per la Regione. A dirimere le questioni saranno, ora, i magistrati del Tar di Campobasso.

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