Il punto di vista dopo la recente incursione de ‘Le Iene’ a San Martino in Pensilis
di Pasquale Bartolomeo
Stavolta, ‘Le Iene’ non ci sono piaciute. Secondo il nostro modesto parere, l’incursione dell’inviato Filippo Roma a San Martino in Pensilis, sabato scorso, durante l’inaugurazione della nuova scuola primaria ‘John Dewey’ – edificio costruito dopo due anni e mezzo di lavori per sostituire il vecchio stabile, lesionato dal terremoto del 2002 e poi demolito – per tentare di intervistare l’assessore Vittorino Facciolla si è rivelata solo un tentativo, malriuscito, di fare audience. Direte voi: sono ‘Le Iene’, hanno indici di ascolto da record, se lo possono permettere. E poi il loro stile è quello, piaccia o meno. Ma è il contesto che fa la differenza.
Chiariamo subito: nessuno, qui, intende prendere le parti di Facciolla, che in quanto avvocato si difende benissimo da solo. Del resto, la questione della casa terremotata – acquistata e ristrutturata dall’assessore con contributi post sisma per effetto di una sanatoria del Comune di San Martino, nel quale Facciolla è consigliere, vicenda denunciata in procura dall’avvocato Oreste Campopiano – è oggetto di un’indagine della magistratura, sulla quale vige il segreto istruttorio. Dunque, non rispondere alle domande della stampa, in questa fase, non ci sembra tutto questo scandalo. Ci chiediamo invece: è opportuno che questa vicenda, più volte finita sotto i riflettori della stampa, proprio quel giorno dovesse rubare la scena al taglio del nastro di una scuola sicura – quando da noi sono ancora troppo poche – in Molise, regione ad altissimo rischio sismico che, appena 15 anni fa, a San Giuliano di Puglia, ha pagato amaramente il suo tributo di sangue con la vita di 27 bambini e una maestra? Secondo la nostra personale opinione, assolutamente no. Non questa volta.
Una cosa è il discorso dei fondi per i portaborse dei consiglieri regionali – celeberrimo il ‘tormentone’ di Vincenzo il portaborse – portato a galla con tutte le sue contraddizioni durante una seduta dell’assise di Palazzo D’Aimmo; un’altra è la sicurezza dei bambini che vanno a scuola messa a confronto con una vicenda ‘personale’ del cittadino e consigliere comunale Vittorino Facciolla. Vicenda, si badi, che non può e non deve passare in secondo piano rispetto ad altre importanti inchieste della magistratura, intendiamoci. Ma che appunto come tali, vanno trattate prioritariamente nelle sedi competenti. Per intenderci: la giustizia si fa nei tribunali, non nelle piazze e tantomeno sulle emittenti tv, locali o nazionali che siano.
Diciamo dunque, forte e chiaro, sì al dovere di cronaca, no al sensazionalismo fine a se stesso. Visto il ruolo delicato rivestito dalla stampa, che influenza l’opinione pubblica e contribuisce alla ‘costruzione’ della realtà, diffondendo un sapere condiviso, il rischio di alimentare (falsi) miti per poi prontamente annientarli a inchieste concluse è sempre dietro l’angolo. Occhio, dunque, alla spettacolarizzazione della giustizia: dividere il mondo tra buoni e cattivi è una visione semplicistica che rischia di creare pericolose sacche di qualunquismo. La caccia allo scoop è una tentazione in cui è facile cadere da parte di chiunque faccia il nostro ‘mestiere’, ma alle volte – come nel caso della scuola sicura – le vere notizie sono altre. E un po’ di equilibrio non guasta. Mai.
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