Si è chiuso il processo di primo grado per Diego Maria Caggiano, il sacerdote ortodosso arrestato nel 2011 insieme al molisano Giuseppe Trementino
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ISERNIA. Soldi in cambio del silenzio sulla loro omosessualità. In tribunale a Isernia si è chiuso con una condanna a quattro anni (pena sospesa) per estorsione il processo per Diego Maria Caggiano, il 42enne salernitano, arrestato nel 2011 insieme a Giuseppe Trementino di Bagnoli del Trigno. Le indagini della procura consentirono di accertare che i due ricattavano preti gay. Dodici le presunte vittime dell’estorsione. Il caso venne alla luce grazie alla denuncia di alcuni sacerdoti, che decisero di rompere il silenzio.
Le indagini consentirono di ricostruire la vicenda. Dagli elementi raccolti si accertò che Trementino e Caggiano contattavano le loro vittime sul social network, inducendole a rapporti sessuali virtuali e ricattandole con filmini e messaggini. Il materiale dello scandalo fu ritrovato a casa loro nel corso delle indagini. Foto e video che avrebbe messo in luce una vera e propria ‘rete’ dove i religiosi si incontravano, scambiandosi informazioni sugli amanti occasionali incontrati sul web. I due avevano addirittura creato un gruppo Facebook sul quale far leva per indurre le vittime a pagare, un sedicente ‘Osservatorio di abusi da parte di sacerdoti’ chiamato ‘Grido di verità’, con il quale Caggiano millantava di poter far scoppiare uno scandalo in Vaticano.
La tecnica di adescamento era delle più sottili. Dopo l’arresto, le strade processuali di Caggiano e Trementino si divisero ben presto. Il legale del bagnolese, il noto avvocato isernino Franco Mastronardi, chiese e ottenne il patteggiamento per il suo assistito. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia, Maria Luisa Messa, accolse l’istanza infliggendogli tre anni di reclusione, con l’accusa di estorsione aggravata e continuata, in concorso.
Per Caggiano, ex sacerdote ortodosso, assistito dai legali Monica Abagnara e Carlo De Martino, la condanna in primo grado è arrivata ora. I legali hanno già deciso di presentare ricorso in appello, convinti dell’innocenza del loro assistito. La notizia, all’epoca dei fatti, finì anche sul noto settimanale ‘Panorama’, suscitando l’interesse del celebre giornalista Carmelo Abbate, già autore del best seller ‘Sex and the Vatican’.
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