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Pd, lo strano caso delle epurazioni via sms: caos tra Fanelli e Formichelli

La segretaria Dem invita l’avvocato a dimettersi da consigliere del Comune di Isernia per aver partecipato alla convention di Emiliano nonostante avesse ‘goduto’ dei favori della politica renziana. Ma quest’ultima alle Primarie sostenne Capone e alle amministrative Tedeschi. E Formichelli, che nemmeno aveva la tessera del partito, non solo non ha scelto Emiliano, ma ha aderito a Democratici e Progressisti


di Pasquale Bartolomeo

CAMPOBASSO-ISERNIA. Un sms per dirle di lasciare. Giunto di buon mattino, martedì scorso, per invitarla a dimettersi da consigliere del Comune di Isernia. A ricevere il messaggio sul proprio cellulare, l’avvocato Rita Formichelli, candidato sindaco del centrosinistra alle Comunali del 2016. Mittente, il segretario regionale Dem Micaela Fanelli, che avrebbe deciso di ‘far fuori’ politicamente la Formichelli dopo averla vista, il giorno prima, all’incontro di Campobasso con protagonista il governatore della Puglia Michele Emiliano, candidato segretario nazionale del Pd contro Matteo Renzi, beniamino della Fanelli.

LA RIVELAZIONE. La notizia è venuta fuori giovedì sera 16 marzo, sempre nella sala della Costituzione, durante la visita di Pierluigi Bersani per il battesimo di Democratici e Progressisti, il partito che sta nascendo dalla scissione del Pd. Formichelli era presente anche lì, ma stavolta in veste ufficiale. Altro che Emiliano: Formichelli ha aderito a Mdp insieme ad altre personalità isernine, accogliendo l’invito dell’onorevole Danilo Leva, ex segretario regionale Dem e nemico giurato di Fanelli (nella foto). Così, quando è stata invitata a prendere la parola, ha rivelato in pubblico – pur senza nominare Fanelli – di essere stata invitata a lasciare lo scranno di consigliere comunale in quanto ‘rea’ di aver voluto ascoltare ‘l’altra campana’, quella di Emiliano. Un esempio, queste le sue parole, di quanto la dialettica interna al partito sia ormai ridotta a zero, anzi sotto zero. Non solo: chi dal Pd si è dimesso davvero, come l’ex segretario provinciale di Isernia Alfonso Di Iorio, nel giugno dell’anno scorso, dopo la debacle delle Comunali, non è stato mai sostituito. La segreteria regionale avrebbe dovuto nominare un commissario o delegare il vice – Michele Antenucci – a fare da reggente del partito. Invece, nulla di tutto questo. Né allora, né mai. A dimostrazione, ha aggiunto Formichelli, che “il Pd in provincia di Isernia non esiste più nemmeno fisicamente”. A maggior ragione ora, visto che anche Antenucci ha scelto Democratici e Progressisti, lasciando la segreteria pentra totalmente priva dei vertici.

Ricapitolando: per qualche strana congettura politica incomprensibile ai comuni mortali, andare ad ascoltare Emiliano – che è parte del Pd come Renzi e Fanelli, né più, né meno – significa essere fuori dal Pd. Almeno nel Fanelli-pensiero. Tanto più che la segretaria Dem, da Emiliano, si è fatta vedere solo all’esterno, senza fare gli onori di casa dentro la Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso, dove il magistrato ha parlato. Eppure, Fanelli rappresenta tutto il partito, in Molise. Anche chi vuol farsi semplicemente un’idea, per le Primarie del 30 aprile, per decidere chi votare tra Renzi, Andrea Orlando e appunto Emiliano. Invece no: niente sconti. Formichelli, secondo lei, dovrebbe dimettersi in quanto la sua presenza da Emiliano avrebbe significato una precisa scelta di campo. Lei che al Pd non si era mai iscritta, lei che del Pd non aveva tessera, è stata invitata a lasciare la carica di consigliere comunale. Magari per far spazio a chi, come Luciano Sposato, al Pd ancora appartiene e per di più alla Formichelli ha dovuto cedere il seggio in quanto candidato sindaco.

RENZIANI TRADITI… Fanelli avrebbe chiesto un passo indietro a Formichelli in virtù di un presunto tradimento della politica renziana, che a detta della segretaria Pd avrebbe sostenuto l’avvocato in campagna elettorale. Quando tuttavia Formichelli, nel replicare, avrebbe annunciato di volersi dimettere tranquillamente da capogruppo Dem in Consiglio comunale, Fanelli non si sarebbe accontentata. “Troppo comodo, devi lasciare la carica”.

Un bell’attestato di riconoscenza, per la vincitrice della Primarie, che ha traghettato la coalizione nel difficile appuntamento elettorale dell’anno scorso, quando la spaccatura interna al centrosinistra, seguita alla caduta del sindaco Luigi Brasiello, ha dissuaso tutti o quasi a correre per la fascia tricolore di Palazzo San Francesco. Non solo: l’estemporanea richiesta di dimissioni è arrivata non già con una telefonata, tanto meno in un vis-a-vis. Nulla di tutto questo: in era di comunicazione digitale, il Partito Democratico del Molise dà il via alla nuova frontiera delle epurazioni. Chi non si allinea con la maggioranza del Pd, è fuori via sms. Anche se nel Pd non c’è mai stato, visto che ora appartiene al Mdp.

…E RENZIANI DALLA MEMORIA CORTA. Ma – cosa più surreale di tutte – la politica renziana non ha affatto sostenuto Formichelli, alle Comunali del 2016. In primis, sostenendo Franco Capone alle Primarie. Poi, dopo l’affermazione dell’avvocato, schierandosi con l’altro candidato di centrosinistra, Cosmo Tedeschi, componente della segreteria regionale del Pd ma schierato in un polo civico contrapposto al suo stesso partito. Numerosi esponenti renziani della medesima segreteria parteciparono alla presentazione delle liste dell’imprenditore, suscitando un vespaio di polemiche. E – tanto per essere chiari – da Formichelli quelle stesse persone non si sono mai fatte vedere.  

L’epurazione via sms, insomma, sulla base di queste motivazioni, è un buco nell’acqua. Abissale.

  

Pasquale

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