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Migranti, Filignano aderisce al bando Sprar: in arrivo 8 rifugiati

I profughi vanno ad aggiungersi a quelli già ospitati in paese. Per il sindaco Lorenzo Coia una scelta di buonsenso, in un comune che ha conservato le sue velleità turistiche ma che si scopre multietnico


CAMPOBASSO. Migranti in Molise, il Comune di Filignano aderisce al bando Spar, secondo il protocollo Anci-Governo e la clausola di salvaguardia, che prevede l’arrivo in paese di 8 rifugiati al massimo, l’1% della popolazione residente.

“Alla fine ha prevalso il buonsenso – ha dichiarato il sindaco di Filignano Lorenzo Coia – dopo due assemblee cittadine in paese ed una a Parigi tra i nostri cittadini emigrati, una consultazione popolare attraverso una manifestazione di voto, i cittadini di Filignano hanno autorizzato l’amministrazione comunale a rispondere affermativamente alla sollecitazione pervenuta dal prefetto Guida e dal presidente Anci Sciulli, di sottoscrivere l’accordo per l’adesione allo Sprar”.

Il nostro Comune – ha proseguito il sindaco – ha conservato le sue velleità turistiche: è uno dei 5 comuni molisani del Parco nazionale Lazio Abruzzo e Molise, ha un campo di Golf a 9 buche unico in Molise, ha un albergo di proprietà comunale che a breve tornerà a riaprire dopo 14 anni di chiusura, una consolidata manifestazione musicale in ricordo di Mario Lanza, una nuova attrattiva turistica nella riscoperta dei vecchi sentieri tra i muri a secco percorribili con mountain bike, un panorama naturalistico incantevole delle Mainarde”.

Attrattive, ha rimarcato ancora Coia, compatibili con una moderata presenza di immigrati, un 1% che si va ad aggiungere alla già numerosa presenza di cittadini stranieri, in totale 55, ovvero 8.5 % della popolazione residente, che caratterizza Filignano come Comune multietnico e multiculturale, oltre che patria di emigrati in ogni paese del continente.

“Una ripartizione equa tra i 52 Comuni della nostra provincia – ha dichiarato ancora Coia – rappresenta una scelta cosciente di fronteggiare questo fenomeno con le necessarie misure di integrazione nella comunità di accoglienza attraverso un controllo pubblico e politiche inclusive. Le esperienze di lavori socialmente utili, forme di scambio culturale di tradizioni e saperi, possibilità di integrazione scolastica o percorsi linguistici, esperienze di percorsi formativi possono essere di aiuto anche per i paesi ospiti. La battaglia della rinascita delle aree interne parte proprio dalla necessità di ripopolarle e continuare a farle vivere ma senza la presenza umana e delle giovani generazioni ogni sforzo resterà vano”.

Carmen

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